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FORMULA 1
GP ABU DHABI
L’enensima partenza sbagliata di Webber
Stefano Semeraro
Non un danno, sicuramente una beffa.
Quella pole strappata all’uomo più veloce
del mondo lo aveva illuso, perché sem-
brava l’inizio di un piccolo sogno. Quello
di tornare a vincere in F.1, di lanciare un
ultimo hurrah prima di salutare tutti e
cambiare definitivamente paddock.
Invece, niente. Sembra quella maledetta
sfortuna – o chiamatela voi come volete
– quel qualcosa che ti slitta sotto e ti por-
ta lontano dalla felicità. Ancora una volta
una brutta partenza, il diavolo del kers
con cui Webber litiga da anni e che pro-
prio non vuole saperne di funzionare, e
la speranza che ti fila accanto, sotto for-
ma di un razzo biondo di nome Seba-
stian. Superato anche da Nico Rosberg
allo start, Crocodile Calimero si poi
ripreso il secondo posto alla fine di un GP
comunque per lui malinconico. Per il
sogno di vittoria sfumato e anche per la
superiorità, ormai innegabile, enorme,
imbarazzante, dimostrata dal compagno
di gara, che gli ha rifilato 30 secondi di
distacco sotto la bandiera a scacchi. Dop-
pietta per la Red Bull, mezza tristezza per
Mark. «Sebastian era di un’altra catego-
ria oggi – ha ammesso – veloce, solido,
ha fatto il massimo. E anch’io, conside-
rato come sta correndo Seb. Lui è come
in una bolla, io mi vedo i capelli grigi alle
tempie. Continuo a fare del mio meglio,
ma lui se la cava molto bene. Oggi ho
anche eguagliato il mio record sul giro, il
problema è che lo ha fatto anche lui». Di
tutti gli sconfitti di questa stagione, pro-
babilmente Webber è il più sconfitto di
tutti, perché corre con la stessa monopo-
sto del Cannibale. Se poi in tutti questi
ultimi quattro anni sia sempre stata
“esattamente” la stessa, forse non lo
sapremo mai, o forse un giorno lo scopri-
remo. Comunque tardi, per Webber il
soccombente, battuto dalla sua sfortuna
più grande, quella di non poter essere
Sebastian Vettel.
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