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DAKAR
CARLOS SAINZ
Filippo Zanier
Tra le doti necessarie per essere campioni,
c'è senza dubbio la lungimiranza. Leggere
il futuro meglio degli altri, che si tratti di
interpretare le insidie di una gara o di sce-
gliere il mezzo o il team al quale associarsi
per garantirsi il successo, fa spesso la diffe-
renza fra i buoni piloti e quelli che a fine
stagione portano a casa un titolo, magari
essendo accusati di esserci riusciti solo per-
ché avevano la macchina migliore. Carlos
Sainz ancora non sa se la Dakar 2014 sarà
sua, ma in attesa di partire per il Sud Ame-
rica ha fatto lavorare il suo istinto di cam-
pione e a poco più di un mese dal via del
raid ha cambiato programmi: ha abbando-
nato il buggy del Qatar Rally Team di Nas-
ser Al-Attiyah e ha portato armi e bagagli
(e sponsorizzazione Red Bull) alla SMG di
Philippe Gache, anch'essa in gara con
un buggy che "il Matador" considera
però più competitivo. Nel paddock di
Alcaniz, dove si trovava per seguire
(come fa sempre) il figlio Carlos Jr.
impegnato nei test
W S R ,
lo abbiamo incontrato per sapere di più sul-
le motivazioni che lo hanno spinto a questa
decisione, e sullo spirito con cui parte per
la sua settima Dakar.
La scelta di cambiare team e macchi-
na a poco più di un mese dal via ha
spiazzato tutti, cosa ti ha convinto a
una decisione così drastica?
"Mi sono reso conto che il team di Nasser
Al-Attiyah, il Qatar Rally Team, non stava
lavorando come doveva in previsione di
una gara così dura e ho capito che non
saremmo andati lontano. Così ho parlato
con la Red Bull e ho detto loro che secondo
me era il caso di puntare su un'altra squa-
dra e un'altra macchina, in particolare sul
buggy di Gache. Una soddisfazione me l'ha
poi data proprio Nasser: appena due giorni
dopo il mio annuncio, anche lui ha
abbandonato il suo team per pas-
sare alla Mini X-Raid. E se anche
il proprietario decide di non cor-
rere con la propria squadra, for-
se vuol dire che ci ho visto giu-
sto".
Perché proprio con la
vettura di Gache, che
non ha nessun partico-
lare supporto ufficiale?
"Ho conosciuto Philippe
in occasione di un test che ho fatto nel 2012
con una delle sue Porsche storiche, e ci sia-
mo capiti al volo. Ha il giusto mix di pas-
sione e competenza, e ha oltre 10 anni di
esperienza con la Dakar, per cui non gli
manca certo la preparazione. Ovviamente
sappiamo che contro le Mini ufficiali la sfi-
da è improba, ma vedremo".
Il vostro buggy è un 2 ruote motrici,
una scelta strana per una gara con
molti tratti sterrati. Spiegaci quali
sono le sue caratteristiche.
"La Dakar sta tentando di equiparare le
prestazioni di vetture a trazione integrale
e quelle 2WD, anche se non è facile. Se si
opta per una 4WD si ha un grande vantag-
gio nei tratti molto impervi, ma bisogna
accettare di avere meno potenza e un peso
maggiore. Nel caso di un buggy 2WD
come il nostro, invece, siamo molto legge-
ri, e con il motore V8 Chevrolet che mon-
tiamo possiamo contare su circa 400 CV.
Oltre a questo possiamo contare su un
sistema che ci permette di variare la pres-
sione degli pneumatici dall'abitacolo, e su
un'escursione delle sospensioni più ampia
per affrontare meglio gli sterrati più duri.
Quest'ultima caratteristica, però, diventa
uno svantaggio nei tratti di strada più bat-
tuta con curve veloci. Li la macchina si
corica troppo, e il passo gara ne risente".
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