69
Quindi cosa vi aspettate a livello di
competitività?
"Inpratica ci aspettiamodi essere i più veloci
nei tratti con piste molto aperte, che ci per-
metteranno di sfruttare appieno tutta la
nostrapotenza.Nellealtre situazioni, invece,
dovremmo essere un po' svantaggiati, però
abbiamo intrapreso questo programma
sapendo che sarebbe stato una sfida".
Chi ti aspetti possano esse-
re i tuoi rivali più agguer-
riti?
"Le Mini hanno uno spiega-
mento di forze impres-
sionante, dodici vetture. Oltre a dare l'idea
di quanto hanno preso sul serio l'impegno,
è un grosso vantaggio perché avere così
tanti equipaggi permette anche di avere più
aiuto nel caso si dovessero verificare situa-
zioni impreviste. Come rivali i più duri
saranno senza dubbio Stéphane Peterhan-
sel e Nani Roma, è una previsione abba-
stanza facile da fare".
Hai vissuto sia la Dakar africana che
quella in Sud America, quale preferi-
sci?
"Dal punto di vista tecnico sono entrambe
molto difficili, e anche a livello di rischi
sono molto simili, le probabilità di ritiro
nell'una o nell'altra direi che si equivalgo-
no. Dal punto di vista del pilota, però, pre-
ferisco la nuova versione. In Africa, per
quanto il deserto sia magico, molte zone si
somigliano. In Sud America il paesaggio è
molto più vario, e sono più varie anche le
superfici che ci troviamo ad affrontare.
Quest'anno poi, ci sarà una prova speciale
che sarà una vera e propria impresa: la tap-
pa 4, da San Juan a Chilechito, avrà 657 km
di Speciale e 211 di trasferimento, una sfida
massacrante sia per noi sia per lemacchine.
E sinceramente sono molto curioso di
affrontarla".