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stagionetraiprimitre,entrerònellaloroAca-
demy e mi supporteranno per l'ingresso in
GP3, mentre se dovessi vincere il campiona-
to potrebbero addirittura aprirsi le porte del-
la World Series Renault. Quindi è ovvio che
il mio obiettivo per la stagione non possa che
essere finire sul podioassoluto, nonpuòesse-
re altrimenti perché non avrò altre occasio-
ni. Questo per me è l'anno decisivo, ma cre-
dodi esserenel teamgiustoper riuscirci.Ave-
vo ricevuto offerte interessanti anche da altre
squadre per quest'anno, ma a convincermi
sono stati proprio i consigli di Kvyat: è un
buon amico, e avendo gareggiato con Koira-
nen mi ha assicurato che non lasciano nulla
al caso, nemmeno i dettagli. E ho il suo stes-
so ingegnere di pista, una garanzia".
Avere in squadra uno Junior McLa-
ren come De Vries che effetto fa?
"Per me avere un compagno competitivo
non è altro che un grande stimolo, e credo
sia lo stesso per lui. Ci sproniamo a vicen-
da e scambiandoci le telemetrie miglioria-
mo entrambi. A Le Castellet, ad esempio, io
gli mangiavo due decimi nel primo settore,
ma lui me li riprendeva nell'ultimo: guar-
dando i rispettivi dati abbiamo preso i
segreti l'uno dell'altro, guadagnandoci
entrambi. Credo che per un team sia la
situazione ideale".
Intanto il tuo ex compagno Alex
Albon, che l'anno scorso mettevi
spesso dietro, nei test è stato velocis-
simo. Sei sorpreso?
"Sinceramente no. Come ho detto lamacchi-
na di KTR è buona, e già l'anno scorso era
evidente che Alex ha un potenziale notevo-
lissimo. Gli mancava la costanza, era tal-
mente altalenante che a volte faceva fatica a
mettere insieme i settori anche nelle prove
libere, ma la velocità non gli è mai mancata.
Ero certo che al secondo anno sarebbe stato
un cliente con cui fare i conti, e avevo ragio-
ne. Anzi, credo proprio che insieme a De
Vries lui sarà l'avversario più ostico per il
campionato. Poi saranno da tenere d'occhio
anche Bonifacio e Orudzhev, ma non li vedo
altrettanto favoriti".
Hai seguito la prima gara del Mon-
diale F.1?
"In piedi sul divano alle sette del mattino,
sia per le qualifiche che per la gara".
Magnussen e Kvyat, rookie che con-
dividono un percorso partito pro-
prio dall'Eurocup, hanno fatto un
figurone a Melbourne. Che effetto fa
sapere che in F.1 ci sono team che
puntano davvero sui giovani talenti,
dando loro l'opportunità di brillare?
"È una grande iniezione di fiducia. Una
delle due storie l'ho vissuta davvero da
vicino perché, come ho già detto, Daniil
per me è un caro amico. Ad agosto erava-
mo insieme in vacanza in Portogallo e a
quel tempo lui nemmeno pensava alla F.1
come una possibilità concreta, si chiedeva
ancora se sarebbe riuscito a vincere il tito-
lo GP3. Poi è successo tutto in modo velo-
cissimo. Ho capito che l'occasione della
vita può arrivare in qualunque momento e
che la F.1 non è un sogno irrealizzabile. Se
hai talento e se sei seguito da persone com-
petenti che hanno i mezzi per comprende-
re il tuo valore, allora hai una possibilità.
Certo, restano ingiustizie incomprensibili
come quella di Frijns, secondome un feno-
meno vero che meriterebbe un volante nel
Circus, ma ci sono team come McLaren e
Red Bull che se pensano di aver trovato il
pilota giusto non mancano mai di dargli
un'occasione. Ed è importantissimo per
chi come me spera di avere una chance in
futuro".
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