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TOYOTA PRENO
Il costruttore giapponese, negli ultimi due anni visto come la cenerentola
dell’endurance rispetto allo squadrone Audi, sta sovvertendo ogni pronostico
e dopo il successo di Silverstone si è ripetuto a Spa. In difficoltà le R18 mentre
la Porsche 919 sta dimostrando di essere veloce, ma ancora inaffidabile
WEC
GARA A SPA
Massimo Costa
Adesso fanno proprio paura. La Toyota era vista un
po’ come la cenerentola sacrificabile del mondiale
endurance, presenza importante (a partire dal 2012)
per tenere desto l’interesse dopo l’uscita di scena
repentina della Peugeot, ma sempre battuta dall’Au-
di e anche un po’ sbeffeggiata, soprattutto lo scorso
anno per quanto riguarda strategie e piloti impiega-
ti. Ma dopo le vittorie di Silverstone e Spa con lo
stesso equipaggio composto da Sebastien Buemi,
Anthony Davidson e Nicolas Lapierre, le due TS040
Hybrid sono decisamente le LMP1-H da battere per
la 24 Ore di Le Mans. E chi poteva mai immaginar-
lo un cambio di scena così eclatante. In Belgio, le
due Toyota avevano assetti low down force con dop-
pio flap posteriore che poteva avvicinarsi alla solu-
zione che potrebbe essere adottata tra meno di un
mese a Le Mans, nei primi test. Le due Audi aveva-
no invece un set-up specifico per Spa mentre una
terza R18 era stata appositamente portata per ave-
re una configurazione esasperata per la prossima 24
Ore, con monoplano. E quell’Audi, condotta da Fili-
pe Albuquerque e Marco Bonanomi è apparsa più
lenta delle Toyota sul veloce, andando poi inevita-
bilmente in difficoltà nel secondo settore, la parte
con più curve. Ma anchele due R18 con le specifiche
del tracciato delle Ardenne hanno sofferto le TS040.
Pretattica? O drammatica, sportivamente parlando,
realtà?
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