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mente. Avevo un accordo praticamente fatto
per disputare il WEC, ma è saltato quando la
FIA mi ha passato di categoria, da Silver a
Gold. A quel punto non ero più una scelta
possibile per l'equipaggio che si stava for-
mando, e sono rimasto senza un programma
vero e proprio. Alla fine ho stretto un accor-
do per affiancare Claudio Sdanewitsch nelle
gare in cui Michele Rugolo avrà la concomi-
tanza con il Mondiale Endurance, e oltre a
questo sonoquasi certodi correre aBakunel-
l'appuntamento della Blancpain Sprint
Series. Sarebbe stato un peccato girare così
poco proprio adesso, in un momento in cui
mi sento in gran forma, preparato e perfetta-
mente a mio agio sulla 458. Fortunatamente
la presenza a Le Mans mi dà un'occasione
importante per mettermi alla prova e dimo-
strare una volta di più il mio valore. Tra l'al-
tro sono davvero contento di poter correre in
un equipaggio completamente PRO, dove si
cercherà la prestazione senza compromessi".
Standoaquantoci hai appenadetto, in
pratica hai perso un sedile a causa del-
lacategorizzazionedeipilotiFIA. Sono
molti i tuoi colleghi che non apprezza-
no il sistema, tu che ne pensi?
"Ne capisco la logica, ma credo che come
tutte le cose vada fatto bene, e non è facile
perché la qualità dei piloti non è sempre
quantificabile con facilità, specialmente se
parliamo di nomi nuovi e meno conosciuti,
che poi magari scopriamo molto più veloci
di quanto ci si attendesse. Io non ho pro-
blemi con il mio passaggio alla categoria
'Gold', ma vorrei più uniformità di giudizio.
Invece, vedo che ci sono piloti che ritengo
più o meno al mio livello che sono rimasti
'Silver' ed è una disparità che non mi piace
perché apre loro tante porte in più".
In Classe GTE Pro sarete l'unico team
non "Factory", e tu e Parente non ave-
temai gareggiato a LeMans. Non temi
che nel complesso questi fattori vi fac-
ciano partire in svantaggio?
"Sinceramente non penso. Non essere parte
di un team ufficiale non è un handicap, lavo-
ro con vetture Ferrari preparate daMichelot-
to da anni e ho visto con i miei occhi che a
tutte le squadre viene messo a disposizione
lo stesso materiale, per di più estremamente
competitivo. Poi sta ad ogni team sfruttarlo
al meglio, ma anche da questo punto di vista
con Ram mi sento tranquillo. Hanno tutto
quelloche serve inogni singolosettore, e l'an-
no scorso lo hanno dimostrato ampiamente
vincendo il titolo dell'ELMS, da rivale diret-
to ho potuto saggiare con mano la loro pre-
parazione. Dal punto di vista del pilotaggio,
abbiamo in squadra Griffin che la 24Ore l'ha
già fatta, e potrò chiedere consiglio a Gimmi
Bruni che per me oltre ad essere un ex com-
pagno di vettura è anche un carissimo ami-
co. E poi ci stiamo preparando con attenzio-
ne: proprio venerdì scorso sia io sia Alvaro
(Parente, ndr) siamo andati a completare la
sessione obbligatoria sul simulatore ACO a
Parigi, e abbiamo intenzione di farne altre da
qui a giugno. In conclusione, credo che avre-
mo tutto per giocarcela alla pari sia come
equipaggio che come pacchetto tecnico".
LeMans permolti è unmito, un obiet-
tivo cui aspirare fin dall'inizio della
carriera nell'automobilismo. È stato
così anche per te?
"Onestamente non lo è stato dall'inizio della
carriera, perché a quei tempi ero concentra-
to sulle monoposto e come tutti i giovani for-
mulisti sognavo la F.1. Il mito di Le Mans ho
iniziato a sentirlo nel 2011, quando sono
entrato in contatto per la prima volta con il
mondoGT emi sono reso conto di quanto sia
alto il livello della sfida. Oggi nel Gran Turi-
smo convergono i migliori esponenti di tan-
tissime discipline diverse dell'automobili-
smo, e questo alla fine dà vita a un parco par-
tenti competitivo al massimo. Basta guarda-
re l'elenco iscritti della GTE PRO a Le Mans
per rendersene conto, oltre a noi ci sono otto
vetture ufficiali con equipaggi composti dal
meglio della categoria. Lottare alla pari con
loro per 24 Ore filate è una delle prove più
difficili che un pilota possa affrontare in car-
riera".
C'è un momento del fine settimana
della 24 Ore che aspetti con particola-
re trepidazione?
"Sinceramente faccio fatica a dividere quel
weekend in momenti. Credo che a partire
dalle qualifiche sarà una settimana durissi-
ma, in cui su di me ci sarà una grande pres-
sione che cercherò di gestire al meglio. Nelle
ultime edizioni si è visto benissimo che l'En-
durance in cui si poteva puntare a vincere
puntando un passo costante, ma non estre-
mo appartiene al passato, ormai Le Mans è
una gara sprint che dura 24Ore, e non a caso
anche fisicamente mi sto preparando al
meglio perché so che potrei trovarmi a dover
affrontare tripli turni di guida tirati allo spa-
simo. Da parte mia ho un obiettivo molto
semplice: lasciare Le Mans cosciente di ave-
re dato il cento per cento e di avere ridotto al
minimo gli errori. Se basterà per vincere è
impossibile saperlo, ma di sicuro non lasce-
remo niente di intentato".
Federico Leo
con Claudio Sdanewitsch
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