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FORMULA 1
JULES BIANCHI
Stefano Semeraro
Il suo boss, John Booth, ha definito «gran-
diosa» la sua prestazione a Monte-Carlo,
Eric Boullier e Bob Fernley della Foce India
hanno avuto parole di apprezzamento per
lui, Fernando Alonso è sicuro che lo aspet-
ti «una grande carriera in F.1». Per il bi-
campione mondiale, Jules Bianchi - perché
è di lui che si parla - del resto non è certo
una scoperta dell’ultimo minuto. «A Mara-
nello passiamo molto tempo insieme, gio-
chiamo a calcio, andiamo in bicicletta, viag-
giamo insieme per raggiungere i GP, quin-
di sono felice per lui e molto orgoglioso dei
risultati che sta ottenendo. Ma è da tempo
che non ho dubbi sulle sue qualità. Spero
che l’anno prossimo abbia una macchina
più competitiva che gli permetta di mostra-
re tutte le sue qualità». Magari unamacchi-
na dipinta di rosso. «Be’, se alla Ferrari
decidessero che hanno bisogno di lui - ha
buttato lì Booth, team principale della
Marussia - Jules è pronto».
Non è stata solo la grande prestazione di
Monaco, dove il francese ha raccolto i pri-
mi, storici punti per laMarussia rimontan-
do dal fondo della griglia dove era finito a
causa di una penalizzazione, a convincere
il paddock delle qualità del driver uscito
dalla accademia Ferrari. «Io comincio solo
ora a comprendere l’importanza dei due
punti che ho guadagnato», ha ammesso il
diretto interessato in una intervista a
L’Equipe il giorno dopo la sua impresa
monegasca. «Credo che saranno in grado
di dare un po’ di respiro alla Marussia, che
può godersi un po’ di vantaggio sulla Cater-
ham. E poi non posso negare che vedere
che sono apprezzato anche da persone che
lavorano per altri team mi fa piacere.
Anche le parole di Alonso mi hanno fatto
felice, ora grazie alla Ferrari sto iniziando
a conoscerlo meglio, e come lui è contento
per me io gioisco quando lo vedo salire sul
podio».
Per la Marussia Jules ha parole di grande
rispetto («io ho fatto bene al volante, ma
senza una macchina all’altezza non sareb-
be stato possibile»), ma inevitabilmente
non è insensibile ai nuovi orizzonti che gli
si sono aperti davanti. «La Ferrari? E’ un
argomento delicato. Non è facile risponde-
re adesso. Di sicuro io voglio migliorare,
vivere di nuovo esperienze come quella di
Monte-Carlo. Se la Marussia mi fornirà
una macchina competitiva io sarò conten-
to di rimanere con loro». E sottolinea il
“se”. La scuderia russa da Barcellona in
poi ha in effetti fatto progressi. «Il nono
posto è frutto anche dei molti ritiri che ci
sono stati - concede Bianchi - ma la MR03
è migliorata dopo i test di Barcellona. Lo
abbiamo capito quando Max (Chilton,
ndr) ha fatto segnare il miglior tempo,
anche se con gomme diverse dagli altri.
Siamo più veloci, e più sereni, possiamo
avvicinarci alla Sauber. Io stesso avevo un
ritmo non troppo lontano da quelli della
Lotus o delleWilliams». Sulle lamentele di
Kobayashi, che lo avrebbe voluto vedere
penalizzato per il suo attacco coltello fra i
denti nelle stradine del Principato, non è
d’accordo: «Ho rivisto la gara e ho trova-
to che il mio attacco sia stato bello. E’ sta-
to “muscoloso”, è vero, ma se dovessimo
aspettare di avere tre macchine di spazio
per passare, non vivremmo più i moneti
che fanno bella la F.1, specie in un posto
come Monaco». Unico rammarico del
weekend in costa azzurra, il tanto tempo
speso con i media dopo la gara: «mi è
dispiaciuto non riuscire a passare più tem-
po con i meccanici, ma i giornalisti mi han-
no letteralmente sequestrato». Sono i guai
della fama e della bravura. Dovrà abituar-
si anche a quelli, il giovane Jules.
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