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FORMULA 1
GP GERMANIA
Marco Cortesi
La Williams può tornare a casa da Hockenheim col
sorriso sulle labbra. Dopo le prove pre-stagione in
cui sembrava essere la "seconda forza" dello schie-
ramentoMercedes, gli uomini di Frank e ClaireWil-
liams hanno finalmente trovato stabilmente il modo
di sfruttare il loro potenziale e l’ennesimo secondo
posto in gara dopo quello di Silverstone, anche se
Lewis Hamilton aveva ovviamente un handicap
decisivo con il graining alle gomme che gli ha impe-
dito di recuperare quei pochi metri che lo separava-
no dalla FW36, è stato pienamente meritato. Un
plauso enorme e meritato per Valtteri Bottas che,
come e più di quanto accaduta a Silverstone, è sta-
to veramente... un top driver. Veloce, aggressivo
quando serve, misurato e affidabile, una volta che
ha avuto a disposizione un mezzo all'altezza delle
sue capacità si è esibito su livelli altissimi. Sarà
anche poco simpatico e senza personalità il giovane
finlandese, ma finché disputerà gare a questo livel-
lo, chapeau. Quando ha visto Hamilton dietro di lui,
non si è scomposto: “Sapevo che Lewis sarebbe
piombato alle mie spalle”, ha spiegato Bottas, “così
negli ultimi giri mi sono concentrato a uscire il più
veloce possibile dalle curve che immettevano nella
zona di DRS e a frenare il più tardi possibile. E il
team è stato bravissimo a gestire la situazione ed
aiutarmi”. La Williams lo ha allevato con calma e
saggezza il giovane Bottas: un anno da tester nel
2012 (con qualche primo turno del venerdì dispu-
tato) dopo aver vinto il titolo GP3 2011, una prima
stagione completa nel 2013. E Frank Williams se lo
coccola scherzando: “E’ un ragazzo fortunato Val-
tteri ad essere nato nella parte più fredda d’Europa.
Dovendo guidare sul ghiaccio per molti mesi all’an-
no ha imparato a guidare in maniera meravigliosa
in condizione di aderenza precaria. Ma è fredda
anche la sua testa e quando arrivi al top questo fa la
differenza”.
Vittima di una toccata alla prima curva, un contat-
to di gara come spiegato dai commissari, Felipe
Massa è finito sottosopra. Certo, quando c'è una
situazione di stretto contatto, nei guai finisce sem-
pre lui e non può essere un caso. In più, il brasilia-
no ha attaccatoKevinMagnussen, colui che si è visto
piombare addosso la Williams. "Ho stretto perché
in due affiancati in quella curva non ci si sta. Ero in
vantaggio e Kevin doveva mollare", ha detto. Pecca-
to che alle sue spalle, Jenson Button, Kimi Raikko-
nen e altri non sembravano avere problemi a resta-
re affiancati all'esterno. Mistero. Oltre a quelle dei
due "regular", va citata la buona prestazione di Susie
Wolff. Molti si aspettavano un “paracarro”, e difat-
ti i sette anni trascorsi nel DTM senza alcun risul-
tato importante potevano lasciar supporre questo,
e invece la moglie del boss Mercedes Toto Wolff ha
chiuso la sua sessione di libere quindicesima, a
meno di un secondo da Bottas e a due decimi da Ser-
gio Perez. Considerato che non girava con altri dal
2012, ha mostrato di poter non essere solo la "don-
na dell'ex capo".
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