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MOTO GP
GARA A MISANO
Stefano Semeraro
«L'importante è sognare». Anche se hai 35
anni e ormai per molti sei uno splendido
fossile da collezione. Valentino Rossi che
torna a vincere nel Mondiale beffando il
ragazzino terribile Marquez che per prova-
re a stargli dietro cade come dilettante alle
prime armi è il ritorno di un sogno collet-
tivo, di un idea che non riusciamo a toglier-
ci dalla testa. E' il trionfo di uno dei pochi,
grandi campioni che ci restano – lui, Fede-
rica Pellegrini, Vincenzo Nibali, Marco
Belinelli, Pirlo, Totti e Buffon... - e di uno
dei pochissimi fuoriclasse trasversali a
livello mondiale, quelli che quando alzano
le braccia è come se le alzassero per tutti,
senza distinzione di passaporto. Come
Roger Federer, che a 33 anni – anche se
contro l'Italia, sigh... - si conquista la pri-
ma finale di Coppa Davis. Come Kobe
Bryant o Usain Bolt.
Anche l'anno scorso ad Assen, nel suo ulti-
mo centro in MotoGp, Valentino era stato
in qualche maniera aiutato da una caduta,
e quella volta a rimetterci la clavicola nelle
prove era stato Jorge Lorenzo, costretto a
gareggiare con una spalla sola. A Misano i
segnali erano già arrivati il sabato, il Doc-
tor aveva capito che il circuito romagnolo
poteva essere il luogo della rinascita, ma in
gara la battaglia è stata dura, vera, prima
con il corpo a corpo, l'uno-due proprio con
Marquez, che lo aveva passato al “Tramon-
to”, poi il sorpasso su Lorenzo che gli ha
aperto la strada per l'80esima vittoria in
Moto Gp, la numero 106 in carriera. Fanno
14 anni dal primo centro in Moto Gp, il 9
luglio 2000 a Donington, e addirittura 18
dal primo GP che si mise in tasca in 125, nel
1996 a Brno. E se è vero che ormai i record
di precocità non li può più ottenere (come
ha detto con ironia Capirossi...) e anche
vero che nessuno era mai riuscito a ri-vin-
cere dopo così tanto tempo nel Mondiale,
fra 500 e Moto Gp. Dei suoi tanti scherzi,
delle sue mille trovate, il più azzeccato è
quello di continuare a sorprendere tutti,
persino chi lo conosce benissimo.
«Rossi ha 35 anni e spinge ancora come un
ragazzino per vincere», ha ammesso Mar-
quez, inchinandosi al Dottore. «E' incredi-
bile quello che fa. La caduta di oggi è tutta
colpa mia, ho dato gas dove non si deve.
Avevo capito che potevo reggere il ritmo di
Valentino e mi sono rilassato. Ho preso un
rischio nel momento sbagliato, ma non lo
farò più perché devo pensare al mondiale».
Rossi invece pensa alla gioia di stare di nuo-
vo lì, più in alto di tutti sul podio. «Mi sono
sentito come il Papa», ha spiegato Vele.
«Sulla mia pista, con tutti i tifosi, mia
madre, la mia ragazza. E poi questa vitto-
ria l'avevo sognata: mi ero visto che taglia-
vo il traguardo davanti a Jorge con un van-
taggio di due secondi. Non ci sono andato
lontano».
I sogno aiutano a vincere, come direbbe
Marzullo. «Non bisogna mai ascoltare
quelli che ti dicono che sei troppo vecchio.
Io non ho mai pensato di non poter torna-
re quello di prima, e adesso mi sento il
miglior Valentino di sempre, migliore
anche di quello che vinceva 11 Gp a stagio-
ne. Troy Bayliss ha vinto fino a 37 anni, io
ho ancora due anni di contratto con la
Yamaha: l'obiettivo è di vincere un altro
Mondiale. Se non fossi convinto di poter-
cela fareme ne starei a casa, invece io voglio
smettere da vincente». Marquez, che ha
invitato a correre con lui al “Ranch” (ma il
manager dello spagnolo ha messo il veto
per paura di un infortunio), stavolta ha esa-
gerato: «Ha voluto fare lo “sborone”, come
a Laguna Seca al Cavatappi, a lui piace così.
E' in una situazione difficile, vuole vincere
sempre, ma io sono convinto che stavolta
ce l'avrei fatta anche senza la sua caduta.
Da un po' pensavo: non può andare sempre
al100 per cento, e quando non ci riuscirà io
sarò lì pronto. A Misano avevamo un pic-
colo vantaggio sulla Honda, e lo abbiamo
sfruttato anche grazie al buon lavoro dei
box. Il primo obiettivo di stagione era con-
quistare un GP, ora posso pensare al secon-
do posto nel Mondiale, visto che sono appe-
na ad un punto da Pedrosa. Le 122 vittorie
di Agostini? Non ci penso più, corro gara
per gara, il resto non mi interessa». I due
anni senza vittorie alla Ducati, gli unici del-
la sua carriera, sono ormai dietro alle spal-
le, il Dottore a Misano ha dimostrato di
sapersi allungare la vita e dimenticare i
periodi bui. La sua ricetta migliore, quella
che gli altri neanche si sognano di copiare.
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