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anche nel WTCC. Anche la Honda potrebbe
poi lavorare per aumentare le Civic”.
Guardando al calendario del prossi-
moannospicca lasceltadi correresul-
la Nordschleife. Non erameglio sfrut-
tare il contesto della 24 Ore del Nur-
burgring, ma correre sul circuito
Grand Prix con il format solito anzi-
ché tre giri sul circuito lungo?
“Certo che era possibile correre nel circuito
del Gran Premio, ma non era quello che noi
cercavamo e volevamo. Noi volevamo due
cose. Dare ai team, agli ingegneri e ai piloti
una sfida e l'anello nord del Nurburgring lo
è. Non vincerà necessariamente la vettura
più veloce, ma quella guidata meglio. Il pilo-
ta e la squadra che sapranno interpretare nel
modo più corretto tutti quei chilometri. La
seconda è che volevamo un evento speciale
che si differenziasse da tutti gli altri. La For-
mula 1 ha Monaco, il V8 in Australia ha la
gara di Bathurst, la Indy ha Indianapolis.
Tutti eventi diversi che identificano l'apice
della serie. Per questo non aveva senso cor-
rere sul circuito Grand Prix. Avremmo per-
so molta parte del pubblico che viene per la
24 Ore. Senza contare poi che tutte le Case
non appena producono un modello veloce,
vanno a testarlo proprio sulla Nordschleife
per capire a chepunto sono rispettoagli altri.
La percezione che hanno all'estero di quella
gara e di quella pista è incredibile. In Giap-
pone ad esempio la 24 Ore viene trasmessa
proprio per l'enorme interesse che suscita.
Quando realizzi l'enorme interesse che le
Case hanno per quel tracciato, capisci per-
ché andremo a correre sul lungo e non sul-
l'altra pista”.
Sempre a proposito di calendario, cir-
colano voci sulla possibilità di perde-
re Macao?
“Sono rumors che nascono ogni anno. Sono
dieci anni che andiamo a Macao ed è l'unico
posto dove non si riesce ad avere un contrat-
topluriannuale. Ogni anno il tuttodeve esse-
re ridiscusso. Sarà così anche questa volta,
perciò al momento non abbiamo un contrat-
to per il 2015, ma è chiaro che ne parleremo
come avviene da sempre (a Shanghai erano
presenti gli organizzatori, probabile che se
ne sia parlato n.d.r). Certo che occorre fare
delle riflessioni. A Macao, storicamente
almenometà della griglia è coinvolta in inci-
denti. Quest'anno le nostre macchine hanno
molto carbonio. Vi ricordate l'incidente di
Coronel a Marrakech? Ebbene c'erano pezzi
di carbonio piccoli sparsi in un'area molto
grande. Quest'anno ogni toccata potrebbe
rivelarsi molto molto costosa senza contare
il rischio di più bandiere rosse o safety-car
lunghe per raccogliere i detriti. Questa è una
considerazione non solo mia, ma di tutto il
paddock”.
Parlando di format qualcuno suggeri-
sce di cambiarlo. Non è possibile fare
una gara al sabato e una alla domeni-
ca? Spesso il vincitore di gara uno ha
una visibilità di qualche minuto e
basta.
“Per noi è importantemantenere le due gare
alla domenica. Al sabatonon riscontriamo lo
stesso interessenel pubblico. Sia in televisio-
ne sia in circuito. Anche i nostri ospiti ven-
gono principalmente alla domenica. Al limi-
te si potrebbero avere due o tre eventi con
un format diverso. Ma a questo punto quel-
lo che mi chiedo è: perché non fare tre gare
in un weekend? Succede già in altre catego-
rie come il BTCC e funziona. I team sono già
sul posto. I costi sarebbero limitati e la
copertura media garantita. Se devo cambia-
re il format penso più a questo”.
Immaginidi essereunapersonaester-
na. Lei che giudizio darebbe a questo
WTCC?
“Il problema non è il mio giudizio, ma quel-
lo che viene dato da chi ci corre e da chi guar-
da le gare in televisione. Va considerato che
il motorsport è in netto calo ovunque. L'au-
dience della F.1 non cresce, così come quel-
lo del WRC e del DTM per fare degli esem-
pi. Tutto il motorsport soffre. Il giudizio vie-
ne dato da queste cose. Dagli ascolti televi-
sivi, dalla gente in circuito e dal gradimento
delle case. Io posso assicurare che abbiamo
dati molto soddisfacenti in tutte queste aree
e molto interesse da parte di altre case”.
A questo punto la domanda è d'obbli-
go. Entreranno altri costruttori?
“Molti dicono che la superiorità della Citro-
en scoraggi gli altri. Io vi dico che mi aspet-
to buone notizie a breve circa l'ingresso di
altri costruttori. Abbiate un attimo di
pazienza”.
Per concludere. Il WTCC e l'Italia: un
rapporto finito?
“Nel mio ufficio ho appeso una gigantogra-
fia. Ci sono lemacchine e le tribune piene. Si
tratta proprio di Monza. Erano però i tempi
di Zanardi e dell'Alfa Romeo. C'era un'atmo-
sfera incredibile e il pubblico era numeroso.
Fantastico.Madobbiamo essere onesti. Spa-
riti questi protagonisti l'interesse è pratica-
mente finito ed oggi non ci sono più le con-
dizioni per tornare a correrci. Dispiace e lo
dico con il massimo rispetto per gli italiani
che ci sono nel WTCC, ma non posso mette-
re Monza in calendario solo per il piacere di
farlo. Ci devono essere lo condizioni giuste
ed oggi non ci sono”.
ti. Tutto verrà messo nell'ETCC mentre il
WTCC avrà solo vetture di classe TC1”.
Avete un'idea di quante macchine
potranno esserci ingriglia il prossimo
anno?
“Mi aspetto una griglia di 22 macchine che
mi sembra un buon numero. Qualche team
lascerà la serie. Franz Engstler ad esempio
ha uno sponsor nazionale, ha un mercato
locale e si lega solo a vetture tedesche. Non
essendoci macchine di quel Paese nella clas-
se TC1, è probabile che lasci. Credo però, che
la Citroen abbia un piano per mettere in
pista altre due vetture da affidare adun team
satellite. I nomi al momento sono prematu-
ri, ma se guardiamo al WRC, la Citroen non
hamai dato la sua tecnologia inmani scono-
sciute. Solo a gente fidata che conosce da
anni. Possiamo immaginare che accada