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FORMULA 1

IL COMPLEANNO

T COME TRENO

Sarà anche una leggenda metropolitana,

ma di sicuro ha aggiunto un ulteriore

mistero e fascino alla vita di Ecclestone.

La notte del 8 agosto 1963, il treno posta-

le Glasgow-Londra, venne assaltato da 12

rapinatori, che si appropriano del carico

di banconote destinate a finire fuori cor-

so. Un bottino di circa due milioni e mez-

zo di sterline, che la banda provvide a

spartirsi in una fattoria isolata, nella

campagna inglese. Ebbene, secondo voci

mai confermate, pare che tra i “beneficia-

ri” di quella somma ci fosse anche Eccle-

stone, che potè così entrare in F.1 con una

solida base economica. In merito alla

Grande Rapina, Bernie mostrò sempre

una certa ironia:” …una cosa del genere,

io l’avrei organizzata meglio.”, oppure:

”…non c’erano soldi a sufficienza su quel

treno.” Ma lo stesso Ecclestone fornì

anche una spiegazione plausibile per giu-

stificare la presenza del proprio nome in

quella vicenda. Racconta infatti che Roy

James, colui che guidava il furgone utiliz-

zato dai banditi per la fuga, era un pilota

amico di Graham Hill e una volta uscito

dal carcere gli chiese un volante alla Bra-

bham. Non avendo grandi doti tecniche,

Ecclestone preferì utilizzarlo per la pro-

duzione di trofei, da distribuire agli orga-

nizzatori dei GP, dal momento che James

era molto più abile a lavorare i metalli

preziosi.

U COME UNGHERIA

Il GP di Ungheria, fu il primo appuntamen-

to iridato a varcare i confini dell’ex cortina

di ferro. Era il 1986 quando le monoposto

scesero in pista sul circuito dell’Hungaro-

ring nei pressi di Budapest richiamando un

grosso interesse per l’evento, al punto che

gli organizzatori decisero di dedicare a

Ecclestone, in segno di riconoscenza, la

bretella di uscita dall’autostrada verso l’au-

todromo, chiamandola “Bernie’s Avenue”.

Qualche anno più tardi, il capo del Circus

fu insignito di una delle più alte decorazio-

ni ungheresi. Nel 2003, fu inaugurata

all’interno dell’Hungaroring la Hall of

Fame e tra i busti in bronzo dei vincitori e

dei principali manager, spiccava anche

quella di Bernie. L’anno successivo, ecco un

nuovo omaggio; all’interno della torre nel

paddock, venne allestito un appartamento

ad uso del “Supremo”, con ingresso priva-

to. E per finire, nel 2010 arrivò pure un

francobollo, con tanto di effigie di Ecclesto-

ne, per celebrare il 25° anniversario della

corsa magiara.

V COME VENTOLA

La memoria corre al 17 giugno 1978, quan-

do ad Anderstorp si corse il GP di Svezia.

Una gara che passò alla storia non tanto per

la vittoria di Niki Lauda, bensì per la pre-

stazione mostrata dalla sua monoposto: la

Brabham-Alfa Romeo. In una stagione

dominata dalle Lotus 79, che sfruttavano al

massimo l’effetto suolo prodotto dalle

minigonne, stupì il trionfo del team di

Ecclestone, le cui vetture scesero in pista

dotate di una vistosa ventola posizionata

nella parte posteriore. Un’invenzione del

geniale ingegnere sudafricano Gordon

Murray, che prendendo spunto dallo sport

prototipo Chaparral 2J, separò il fondo del

retrotreno della BT46/2 ed usò un ventila-

tore azionato dal motore per incollare la

macchina al suolo. Un’alternativa alle

minigonne che suscitò non poche polemi-

che sin da subito. Infatti la regola che vie-

tava l’utilizzo di alettoni mobili, veniva rag-

girata nel momento in cui i tecnici della

Brabham affermavano che l’effetto suolo

prodotto non era intenzionale, in quanto la

principale funzione della ventola era quel-

la di raffreddare il motore. Emerse però il

pericolo dei detriti sollevati e sparati all’in-

dietro; un problema non indifferente per i

concorrenti che si sarebbero trovati in tra-

iettoria. Da qui la contestazione ed il suc-

cessivo abbandono del progetto. Una

rinuncia accettata, stranamente senza

troppe resistenze da Ecclestone. Tempo

dopo Enzo Ferrari, in un’incontro con la

stampa, rivelò che il patron della Brabham

sacrificò il ventilatore in cambio della pre-

sidenza della Foca, il cartello che rappre-

sentava le scuderie anglosassoni, che negli

anni ’80 dette vita ad una guerra senza

esclusione di colpi, contro il presidente del-

la Federazione, Jean Marie Balestre.