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MOTO GP
GARA A SEPANG
Luigi Ansaloni
Non vinceva da un mese e negli ultimi quattro
appuntamenti era finito a terra tre volte. Nonostan-
te ciò, Marc Marquez a Sepang ha battuto un altro
recorddella sua incredibile stagione edella sua inar-
restabile carriera. Dodici vittorie nel 2014, tredici
pole position e un campionato conquistato con tre
gare d'anticipo. Il "Piccolo Diavolo" sembra non
averne mai abbastanza e adesso raggiunge anche
Mick Doohan nell'albo d'oro, eguagliando il suo
record di vittorie in una stagione, quei 12 successi
che l'australiano aveva infilato nella stagione 1997.
Quando, per inciso, correva praticamente senza un
avversario che sia uno (tranne Alex Criville...).
Anche Doohan come Marquez aveva una Honda
dellaHRC, il reparto corse della Casa giapponese, lo
stesso che con la vittoria dello spagnolo ha conqui-
stato ancora una volta il titolo mondiale marche, il
20° nella classe regina. La gara di Sepang sarà ricor-
data (anche se non per non troppo tempo) per lo
spettacolo che ha dato Valentino Rossi, partito col
sesto tempo, capace di portarsi in testa e poi di lot-
tare con Marquez fino alla fine. Terzo posto per
Joreg Lorenzo, che ora sembra davvero soffrire il
confronto col Dottore, proprio come succedeva ai
bei tempi (di Rossi).
L’AVVERSARIO PIÙ DURO
È STATO IL CALDO
«È stata durissima – sono state le parole di Mar-
quez - il caldo nel casco era insopportabile e la
gara non finiva mai. Ho dovuto resistere molto in
queste condizioni ma non ho usato la tattica di
gara di Phillip Island che non ha funzionato: sta-
volta ho aspettato. In partenza ho forzato molto e
quando sono arrivato dietro ai piloti Yamaha ho
approfittato per far respirare un po' le mie gom-
me. Poi sono riuscito a passare Valentino. A
Valencia correrò senza pressioni per il solo gusto
di farlo. Vorrei solo festeggiare il titolo di mio fra-
tello, a lui do tutto il mio supporto e gli auguro
tanta fortuna». Il caldo, insomma, è stato l'avver-
sario più duro di Marquez. «E io che credevo di
essere stato io uno degli avversari più duri da bat-
tere - ha scherzato Rossi - l'ho anche detto aMarc.
Nonostante tutto è stata una gara molto bella per
me. Peccato perché alla fine le gomme non erano
in grado di assecondarmi e lui è scappato via. Era
dal 2010 che non salivo sul podio su questa pista
(quando vinse, ndr) è una bella sensazione.
Rispetto al passato - ha aggiunto Rossi - mi alle-
no molto di più anche in pista con i ragazzini del-
l'Academy, che fanno anche un pò da cavie...
Comunque la differenza qui è stata tecnica. Le
moto moderne ti dicono molto con il passare dei
giri, tutto sta a saperle ascoltare. Per me quello
che sta succedendo in questa stagione è la confer-
ma delle scelte fatte lo scorso anno».
ROSSI A MODO SUO
RINGRAZIA GALBUSERA
Rossi si riferisce al cambio del suo capo tecnico,
quando a Valencia nel 2013 annunciò Silvano Gal-
busera al posto dello storico Jeremy Burgess. «Sil-
vano - ha detto Rossi - ha la mia stessa visione del-
le gare. Lo scorso anno mentre gli altri progredi-
vano, noi rimanevamo indietro e per questo ho
rischiato mandando via Jeremy, che comunque
era un mostro sacro dell'ambiente». Il cambio di
passo di Rossi in questa stagione significa il dop-
pio dei podi e il doppio delle vittorie rispetto al
2013: mica male. Mentre Rossi mette nel mirino
il secondo posto della classifica iridata, facendo un
altro piccolo passo avanti dopo il podio di Sepang.
La lotte per il posto di vicecampione mondiale è
ormai ristretta al Dottore e al compagno di squa-
dra Lorenzo, visto che Pedrosa, partito in testa, ha
pensato bene di cadere non una ma due volte: per
lui gara verso il ruolo di vicecampione del mondo
finita. a Sepang, dove si è ricordato nel week end
anche Marco Simoncelli, morto proprio in Male-
sia tre anni fa, si è assegnato anche il titolo della
Moto 2, finito a Rabat: anche lui spagnolo, anche
lui talentuoso, anche se non sembra uno strafeno-
meno alla Marquez. Ma chi lo sa. A Valencia, ulti-
mo appuntamento iridato tra due settimane, ci
sarà da decidere chi sarà il campione della Moto3
tra Alex Marquez, fratellino minore del "piccolo
diavolo", e lo scatenato australiano Jack Miller.