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Stefano Semeraro

La F.1 ogni anno crea guadagni per 1,44 miliardi –

miliardi, sì – di euro, ma per sopravvivere la Cater-

ham deve ricorrere al crowdfunding. O se preferito

dirlo all'italiana, ad una colletta, mettendo all'incan-

to gadget e speranze per riuscire a riempire le casse

ormai vuote e permettersi un posto sulla griglia ad

Abu Dhabi. Sembra fantasia, invece è la realtà. Il

cowdfunding sportivo non è una novità, neppure in

Italia, attraverso alcune piattaforme digitali (come

Eppela) ci sono atleti anche di valore, come ad esem-

pio Fabiana Luperini (5 giri d'Italia e 3 Tour de Fran-

ce vinti) che vi fanno ricorso per finanziare la pro-

pria attività, ma è quasi grottesco che accada in uno

sport ricco come la F.1. Anche qui in realtà c'è un pre-

cedente, quello di Kamui Kokayashi che nel 2013

tentò di organizzare una raccolta fondi per assicu-

rarsi un sedile in F.1, ma fallì. A livello di team fa un

po' impressione vedere il futuro affidato alla bontà

di cuore di fan e mecenati di varia provenienza. Il

sito francese Auto-Hebdo e il blog di Joe Saward

(sopra), da cui abbiamo tratto il grafico che ripubbli-

chiamo in queste pagine, hanno spiegato come fun-

ziona la distribuzione dei soldi nel Circus, un mec-

canismo complicato e molto originale, che ad esem-

pio prevede un “prelievo speciale” da parte della Fer-

rari pari al 2.5 % del totale, ma che al tempo della

crisi si è rivelato incapace di sostenere l'avventura di

team non economicamente già solidi in proprio.

Per sopravvivere servono almeno 50milioni di euro,

per tentare una stagione dignitosa almeno 80, men-

tre i compensi per i team che non primeggiano pre-

visti nel nuovo Patto sono decisamente bassi. E

infatti la Marussia si rifiutò di sottoscriverlo, giudi-

cando insufficiente un premio di 7 milioni di dolla-

ri per un decimo posto. «Non trasformiamo la F.1

in una specie di WTCC a livello mondiale», ha gri-

dato a San Paolo Monisha Kalterborn, ma chi

comanda il vapore sembra decisamente insensibile

alle sofferenze dei paria del Circus. Ecco allora arri-

vare il crowdfunding, ultimo disperato tentativo da

parte della Caterham di evitare la sorte già capitata

a HRT e Marussia. Secondo la BBC grazie a questo

strumento in 48 ore la scuderia è riuscita a racco-

gliere un milione di sterline da oltre 2.100 investi-

rori, ma Finbarr O' Connell, l'uomo che gestisce

l'iniziativa, ha fissato a 2,35 milioni di sterline il

limite minimo per consentire alla Caterham di esse-

re in pista nel Golfo. La raccolta si chiuderà vener-

dì, e secondo O' Connell «non si tratta di gestire un

team di F.1 attraverso il crowdfunding, ma di assi-

curarle la possibilità di compiere un passo decisivo

verso la salvezza. Se un team non corre perde mol-

te possibilità di attrarre nuovi investitori, mentre

questo progetto dà una chance di mettersi in

mostra. Siamo stati contattati da varie realtà inter-

nazionali che vogliono sostenerci in diverse manie-

re, e, cosa più importante, siamo riusciti ad attirare

un nuovo potenziale acquirente». La Caterham lot-

ta per un posto in griglia. I suoi dipendenti sempli-

cemente per un posto di lavoro.