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PERSONALITÀ
DI LEWIS CE N’È UNO
Hamilton
è il ragazzo che si è costruito
da solo grazie ed esclusivamente alle pro-
prie capacità. Il primo ragazzo di colore
ad imporsi nel motorsport, altro aspetto
da non dimenticare. Ha un carattere com-
plicato, spesso difficile, ma è estrema-
mente solare e dal cuore buono. A diffe-
renza dei suoi colleghi, ha una vita, nel
senso che sa divertirsi come i grandi pilo-
ti del passato, per esempio James Hunt.
Va in discoteca, ha amici rapper, canta e
suona, ha una fidanzata cantante con la
quale ha instaurato un rapporto burra-
scoso per la felicità dei giornali del gos-
sip. Ha anche scoperto, di recente, Dio.
Insomma, Hamilton è una vera star, una
mosca bianca in questa apatica F.1 nella
quale i piloti sono dominati dal marke-
ting e dagli uffici stampa.
Rosberg
è il classico ragazzo della porta
accanto che tutte le mamme vorrebbero
consegnare alle proprie figlie. Biondo, bel-
lo, gentile, educato, istruito, perfetto per il
marketing di una Casa come la Mercedes.
Lontanissimo dai vizi del padre Keke, cam-
pione F.1 nel 1982 e vero corsaro in pista.
No, Nico non ha preso proprio nulla dal
modo di correre di Keke, anzi, è fin troppo
guardingo. Ma quando il duello con Hamil-
ton si è fatto feroce, Rosberg ha mostrato
un aspetto sconosciuto, a volte duro, litigio-
so a distanza (via giornali) con Hamilton.
Di lui fuori dai paddock si sa che è un ragaz-
zo come tanti, sposatosi con la ragazza che
da tanti anni lo segue. Una ragazza “nor-
male”, lontano dal gossip. Insomma, una
vita sicuramente bella quella di Nico, ma
dall’aspetto noioso.
MOTIVAZIONI
NICO PUÒ ATTENDERE
Hamilton
sa di non poter fallire questa
volta. Il suo ultimo e unico titolo l’ha vinto
sei anni fa, non può permettersi di aspetta-
re ancora. E’ unanimemente riconosciuto
come il talento più puro del Circusma il suo
palmares langue, e il confronto con i quat-
tro allori di Vettel non può che bruciargli.
Per questo è disposto anche a rischiare
meno, ad andare contro la sua natura foco-
sa pur di portare a casa l’iride.
Rosberg
, l’eterna promessa, è un finto
giovane ormai: ha 29 anni come Hamilton,
anche se la sua baby face può ingannare. Il
tempo scorre anche per lui, ma non ha
addosso la pressione dell’impaziente ingle-
se. Ovviamente farà di tutto per ribaltare la
classifica, ma sotto sotto coltiva il pensiero
che prima o poi (fra due anni, ad esempio)
Hamilton potrebbe cambiare aria e allora
verrebbe il suo momento. Sempre che la
Mercedes continui a vincere…
NAZIONALITÀ
NEUTRALITÀ FORZATA
Hamilton
è un suddito di Sua Maestà, un
campione assoluto ma sempre uno stranie-
ro in Germania. Alla Mercedes era arrivato
per intercessione di Ross Brawn, quando
l’ex-ferrarista se ne è andato ha attraversa-
to una crisi, è stato anche indeciso se resta-
re o andarsene, perché temeva la concor-
renza interna del tedesco Rosberg, in un
team in cui l’orgoglio nazionale ha un peso.
Dopo un paio di episodi cruciali però la
situazione si è risolta, anche grazie alla pre-
sa di posizione “neutrale” di Lauda e Wolff.
Rosberg
è il cocco di casa, l’erede di Schu-
macher fra i piloti tedeschi, anche se qual-
cuno in fondo lo ritiene un tedesco a metà,
visto il passaporto di papà e la residenza a
Monte Carlo. Vedere trionfare un tedesco
su una macchina tedesca avrebbe fatto
sicuramente piacere ai vertici di Stoccarda,
ma Nico in questo senso si è giocato male
le chance, “sporcando” la sua lotta con
Hamilton e costringendo il team a prende-
re le distanze, anzi, a lavarelli un po’ il capo.
Ma se nell’ultimo GP riuscisse a fare il col-
paccio, nessuno a Stoccarda piangerebbe
troppo sulla sfortuna di Hamilton…