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FORMULA 1
GP ABU DHABI
Massimo Costa
Brasile e Italia, Felipe Massa, li amava già
alla follia. Inevitabili ragioni di legami con
la terra natia per il primo, amore da cotta
adolescenziale per la seconda che lo ha
ospitato negli anni in cui, con la Draco di
Adriano e Nadia Morini, si impose all'at-
tenzione del mondo con vittorie a ripeti-
zione nella Euro F.3000. Proprio per que-
sto, che i primi due podi conquistati dal
brasiliano nel 2014 fossero arrivati nella
seconda parte della stagione, proprio a
Monza e Interlagos, era sembrato quasi
uno strano gioco del destino. Non sappia-
mo se Massa fino a domenica avesse una
qualche ragione personale per ritenere
Abu Dhabi un luogo speciale, ma dopo l'ul-
timo GP della stagione questo piccolo lem-
bo di Emirati Arabi Uniti ha tutte le carte
in regola per aggiungersi alla lista dei posti
a cui il cuore di Felipe si sente in qualche
modo legato. Il circuito realizzato sull'iso-
la artificiale di Yas ha infatti regalato al
pilota di San Paolo il terzo podio della sta-
gione, un secondo posto che è arrivato
dopo quella che è stata senza dubbio la
gara più bella disputata da Felipe da quan-
do ha lasciato la Ferrari.
Ancora una volta sconfitto da Bottas in
qualifica (il saldo finale è 13 a 6 per il fin-
nico), Massa si è rifatto alla grande in gara:
mentre Valtteri incappava in un bruttissi-
mo via e scivolava in ottava piazza, infatti,
Felipe ha centrato un avvio perfetto e fin
dai primi giri si è messo in evidenza come
l'unico dei piloti in griglia a poter tenere il
ritmo gara delle Mercedes. Stabilmente
terzo, Massa è stato il primo ad approfit-
tare dei guai alla power unit Mercedes
patiti da Rosberg e quando la bianca FW36
in livrea Martini si è trovata in seconda
piazza, al brasiliano e a Rob Smedley che
lo guidava dal muretto box si sono illumi-
nati gli occhi. Perché non provare a vincer-
la? Un sogno, sicuramente insperato alla
vigilia, ma improvvisamente diventato una
possibilità reale non solo grazie all'ottimo
passo gara della numero 19, ma anche alle
paure che, mentre in Williams cresceva
l'entusiasmo, hanno iniziato ad animare il
box Mercedes. Con l'incubo di macchiare
il Mondiale in arrivo con un ritiro per pro-
blemi tecnici, gli uomini della stella hanno
iniziato a fare il possibile per tenere Lewis
Hamilton al riparo dai rischi riducendo il
suo passo e trasformando quella che dove-
va essere una cavalcata finale in mera
gestione del vantaggio. Non è un caso che
nella classifica dei giri veloci della gara il
britannico sia solo quarto, staccato di un
secondo da Ricciardo e di sette decimi pro-
prio da Massa: è il segno chiaro di come
negli ultimi giri, quando a serbatoi vuoti le
macchine erano in grado di esprimere il
massimo potenziale, la Mercedes abbia
tirato le briglie a Lewis, che alla radio sem-
brava un leone in gabbia.
In Williams, dal canto loro, hanno fatto il
massimo per approfittarne: sfruttando le
grandi capacità di Massa nel gestire gli
pneumatici, frangente in cui Felipe si era
dimostrato decisamente superiore a Bot-
tas già a Singapore, hanno allungato il suo
stint centrale con gomme soft a ben 30 giri,
record assoluto della gara, per lasciare al
loro pilota un turno di guida finale da 12
tornate con gomme supersoft usate solo
per qualche giro in qualifica. Un vero e
proprio attacco alla carica, che per pochis-
simo non è riuscito: emerso dal tunnel del-
la pit-lane dello Yas Marina Circuit con 11"
di distacco da Hamilton, Massa è riuscito
a recuperare al ritmo di sette/otto decimi
al giro in una rimonta emozionante che ha
chiuso a soli due secondi e mezzo dal-
l'obiettivo.
Non una vittoria, certo, ma l'ennesima
risposta a chi vedeva il brasiliano già con-
dannato nel confronto con Bottas. Certo, il
finlandese, che dopo la brutta partenza ha
dato vita a una bella rimonta fino al terzo
posto finale, è stato complessivamente più
convincente in questo 2014, più rapido sul
giro secco e capace di portare più punti alla
causa del team, ma il divario tra i due, che