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FORMULA 1

GP ABU DHABI

Massimo Costa

Eclissare l'addio di un pilota che con il team ha

vinto quattro titoli iridati consecutivi e trentot-

to gare ottenendo ben quarantaquattro pole

position era impresa non facile, ma ci sono riu-

sciti. Daniel Ricciardo volontariamente, met-

tendo a segno l'ennesima gara pazzesca del pro-

prio 2014, la Red Bull-Renault grazie a una

polemica di cui avrebbe fatto volentieri ameno,

quella sull'ala anteriore flessibile che ha porta-

to alla squalifica di entrambe le vetture dopo le

qualifiche. Sia come sia, forse anche perché la

notizia era ormai nota da tempo, l'addio del

team delle bibite energetiche a Sebastian Vettel

è davvero stato di quelli che non lasciano il

segno. Le emozioni, che pur devono esserci sta-

te tenendo conto che Sebastian e il team sono

cresciuti di pari passo fino a diventare domina-

tori assoluti del Circus dal 2010 al 2013, sono

state tenute all'interno, trapelate in parte solo

nelle foto di rito del team riunito intorno al suo

ormai ex-capitano e in quell'ultimo messaggio

radio tra il pilota tedesco e Christian Horner:

"Grazie ragazzi, non basterà una gara di m.... a

cancellare quanto abbiamo fatto insieme negli

ultimi anni, mi mancherete" ha voluto ricorda-

re il pilota tedesco al suo box, frase a cui Hor-

ner ha risposto conunmistodi gratitudine e iro-

nia: "Non si riduce certo tutto a oggi Seb. Gra-

zie per tutto quello che hai fatto in questi anni,

i quattro mondiali, le 38 vittorie, è stato un

immenso piacere lavorare con te. Ci mancherai,

ma speriamo di renderti la vita difficile il pros-

simo anno".

Al di là di questo attimo, come detto, è stato ben

altro a tenere banco nel weekend della Red Bull

ad Abu Dhabi, a partire dall'irregolarità tecnica

che dopo le prove ufficiali è costata l'esclusione

delle due RB10 dal risultato della qualifica, che

era valsa a Ricciardo e Vettel la terza fila con il

quinto e il sesto posto rispettivamente. Spesso

accusato di stiracchiare l'interpretazione delle

regole fino all'estremo, Adrian Newey è stato

colto questa volta con lemani nel sacco: a segui-

to di un controllo sui flap dell'ala anteriore, i

commissari hanno infatti scoperto che al di sot-

to della struttura a goccia che i meccanici utiliz-

zavano per regolare l'angolo di incidenza del

profilo superiore, c'era una molla a balestra

nascosta in un tampone in gomma nero, a pri-

ma vista indistinguibile dal carbonio. Questo

accorgimento garantiva al flap una flessibilità

non lineare, sufficiente a resistere ai test FIA,

ma allo stesso tempo cedevole quanto bastava

per piegarsi in pista sotto il carico aerodinami-

co delle alte velocità. La Red Bull, contraria-

mente a quanto sostenuto dal team, non è sta-

ta l'unica squadra a essere controllata: altri tre

team hanno infatti subito controlli accurati e

Williams eForce India sono state invitate a rive-

dere i propri designper il futuro. Nessuno, però,

ha subìto le stesse conseguenze delle monopo-

sto diMiltonKeynes perché il soloNewey, stan-

do al Collegio dei Commissari, ha messo in pie-

di un'architettura complessa per buggerare le

regole.

Un'infrazione grave, che per di più potrebbe

essere stata messa in pratica già molti GP fa

visto che quel sistema di regolazione è presen-

te sull'ala delle RB10 da mesi: la sensazione,

comunque, è che conun titolo inballo euna sola

gara alla fine della stagione la Federazione

Internazionale abbia deciso di andarci leggera

per evitare di sollevare troppo polverone e

distogliere l'attenzione dalla sfida finale tra

Hamilton e Rosberg.

Se c'è una cosa positiva in tutto questo è come

la squalifica abbia dato a Ricciardo l'ennesima

chance di brillare. Costretta a rompere il regi-

me di parco chiuso per sostituire le ali incrimi-

nate conaltre prive del sistema "amolla", laRed

Bull ha infatti deciso di cambiare strategia per

le due vetture,mandando sia aDaniel che Seba-

stian delle soft nuove al posto delle supersoft

usate in qualifica.

Avere gomme più resistenti in una fase in cui la

vettura era stracarica di carburante è stato un

vantaggio strategico che ha aiutato entrambi i

piloti a rimontare, ma ancora una volta è stato

Ricciardo a fare la differenza: a fronte di unVet-

tel che con il primo treno di pneumatici è riu-

scito a coprire 21 giri, infatti, il pilota australia-

no ne ha completati ben 27 pur tenendo un rit-

mo complessivamente superiore. Questo gli ha

permesso di uscire dai box già in sesta posizio-

ne dopo la prima sosta, decisamente meglio del

tedesco che dal primo pit-stop è emerso soltan-

to quindicesimo. L'ulteriore effetto collaterale

positivo di un primo tratto di gara così lungo è

stato che quando Ricciardo è rientrato in pista

lo ha fatto con pneumatici più freschi della con-

correnza: questo gli ha permesso di tenere a

bada Nico Hulkenberg senza problemi e recu-

perare in un paio di giri il distacco che lo sepa-

rava dall'altra Force India guidata da Sergio

Perez, che ha passato al 30° giro. Il quarto posto

è arrivato grazie ai problemi di Nico Rosberg, e

a quel punto la rimonta era completa. La terza

piazza, infatti, Ricciardo l'ha occupata solo per

qualche giro nel finale di gara, quando a diffe-

renza dei suoi avversari doveva ancora effettua-

re l'ultimo cambio gomme per montare quelle

supersoft che ancora non aveva utilizzato. Il pit-

stop lo ha poi riportato quarto alle spalle di Val-

tteri Bottas, ma il grip extra delle gomme mor-

bide ha permesso a Daniel di togliersi anche la

soddisfazione del giro più veloce della gara:

1'44"496 adue giri dalla fine, quattrodecimi più

rapido di Felipe Massa e ben un secondo più

velocedi Vettel aparitàdi gomme. Ilmodo idea-

ledi lanciareunmessaggioal team: conSebsarà

anche partito un fenomeno, ma chi resta ha tut-

te le carte in regola per non farlo rimpiangere.