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Massimo Costa
"Se mio padre potesse vedere la situazione
di incertezza in cui mi trovo adesso sareb-
be furioso". Parole di Jenson Button, che
per spiegare il suo stato d'animo attuale
alla BBC è andato a scomodare il defunto
padre John, scomparso ad appena settan-
t'anni alla vigilia di questa stagione. A ben
guardare, non è difficile capire perché: ad
AbuDhabi Jenson ha infatti disputato l'en-
nesimo buon GP di un'annata che molti
davano per scontato dovesse essere la sua
ultima in F.1. Affiancato a un compagno
talentuoso come Kevin Magnussen, uno
dei talenti più brillanti espressi dalle for-
mule propedeutiche negli ultimi anni, But-
ton era tenuto a passare il testimone, chiu-
dendo con onore a 34 anni dopo 14 stagio-
ni di onorato servizio in F.1. A lui, però,
nessuno deve averlo spiegato bene perché
alla fine di questo 2014 Jenson è arrivato
tutt'altro che stanco o demotivato, e le sue
non sono certo dichiarazioni di un pilota
che ritiene il suo lavoro nel Circus finito:
"Sinceramente non ho idea se correrò o
meno l'anno prossimo", ha detto riferen-
dosi ai vertici McLaren, sottolineando da
fine politico che se non sarà al via il pros-
simo anno, non sarà perché ha scelto di
ritirarsi. Salvo poi twittare quello che in
molti hanno interpretato come l’ultimo
saluto alla F.1.
Eppure Button non si è fatto mettere i pie-
di in testa in nessun frangente dal giovane
compagno di team: in qualifica le loro per-
formance sono state praticamente equiva-
lenti, mentre in gara la superiore esperien-
za di Button ha fatto la differenza. Se
Magnussen si è infatti trovato spesso a peg-
giorare la propria posizione di partenza,
Button ha invece fatto esattamente l'oppo-
sto: la classifica, con il britannico avanti sul
danese di ben 71 punti parla chiaro, ed il
GP di Abu Dhabi è stato una buona carti-
na al tornasole di quello che è stato l'anda-
mento della stagione: qualificatosi ottavo e
partito sesto dopo l'esclusione delle Red
Bull dalla qualifica, Button ha infatti
disputato una bella corsa chiudendo quin-
to e avendo la meglio su Alonso, Hulken-
berg e Perez dopo un duello durato in pra-
tica l'intero GP. Magnussen, che si avviava
dalla nona posizione, è invece partito male
e dopo poche curve è entrato in contatto
con Sutil, danneggiando l'anteriore della
propria MP4-22 e compromettendo così la
propria gara. Nessuno nega che il figlio
d'arte danese abbia delle doti, ma quest'an-
no se si escludono le due belle gare in
Australia e Russia non ha mostrato i picchi
di prestazione che ci si potevano attende-
re da un pilota con il suo talento.