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i rimandi storici all'epopea di Schumi, c'è la voglia di creder-
ci. E dall'altra parte c'è un ragazzo che non vuole semplice-
mente un titolo mondiale in più: ne vuole uno in tuta rossa.
Perché sa che la leggenda vera passa quasi sempre da Mara-
nello. Sa anche benissimo che dovrà pazientare, lavoraremol-
to, non farsi scoraggiare. Una stagione tormentata come
quella che si è appena chiusa lo ha ulteriormente motiva-
to, temprato. Avrebbe potuto rimanere alla Red Bull e
dimostrare di saper vincere ancora a fianco di Ric-
ciardo: sarebbe stata una sfida difficile, per
nulla scontata, ma già conosciuta. Ha pre-
ferito scegliersene un'altra, nonostante la
Scuderia di Maranello non navighi in acque
serene e stia attraversando un periodo di
grandi cambiamenti, soprattutto nella sua
struttura dirigenziale (e in questo non
ritrovarsi più Mattiacci ma Arrivabene non
fa poi una grandissima differenza). Un po'
come avvenne ai tempi dell'avvento di Schuma-
cher, Brawn e Todt. A Fiorano i suoi nuovi mec-
canici e ingegneri hanno già apprezzato la sua
serietà, la sua voglia di fare, la puntigliosità che sin
dai primi giri ha messo in tutte le regolazioni, nei
briefing, nel desiderio che ha espresso di voler impa-
rare in fretta l'italiano “perché perme la lingua è l'es-
senziale». Alonso è stato un immenso campione che
alla Ferrari chiedeva di mettersi a sua disposizione.
Vettel uno che vuole mettersi al servizio della Ferra-
ri per riportarla in alto, ai livelli che si merita. Dove
l'aveva lasciata Schumacher. Difficile dire se ci riusci-
rà, intanto merita un grosso in bocca al lupo.