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MONZA RALLY SHOW

Robert Kubica e Alessandra Benedetti

festeggiano dopo la vittoria

Guido Rancati

Non ha fatto il militare a Cuneo come il

maestro Antonio Scannagatti dell'indi-

menticabile Totò, ma anche Robert Kubi-

ca ne ha viste e passate tante per essere

considerato un uomo di mondo. E allora

stupisce che si stupisca che alla kermesse

monzese succedano anche cose non pro-

prio normali: quello che una volta era un

bel rally, da tempo è uno spettacolo. Ma è

anche e soprattutto un ottimo affare per chi

lo organizza e allora le uniche regole che

valgono sono quelle dello show biz. E così

non può fare sensazione che nei quaranta

e passa chilometri della Maxi Grand Prix

Valentino Rossi gli rifili quasi dieci secon-

di e che nella Grand Prix gliene rifili quasi

nove. Non serve un grande acume per

intuire che i diciotto secondi e sei che nel-

la somma delle due prove meno gimcano-

se del fine settimana brianzolo hanno sepa-

rato i due contendenti sono un po' troppi

per essere solo il frutto di una perfetta

interpretazione della pista da parte del

Dottore. Potrebbe arrivarci anche l'esper-

to che spalleggia il cronista della Rai, se

solo non ritenesse che la sua missione è

ripetere sempre e comunque che tutto va

bene madama la marchesa. Non è ovvia-

mente il solo a stare bene attento a non ali-

mentare sospetti che pure non paiono pri-

vi di fondamento, ma non tutti stanno al

gioco. Fabio Butti, patron dell'A-Style che

cura la Fiesta dell'asso polacco, affida i suoi

dubbi a un comunicato stampa emesso a

fine tappa: “Sarebbe bello che gli organiz-

zatori che ogni anno riescono a creare una

manifestazione stupenda, riuscissero a

mostrare un po’ più di attenzione ai rego-

lamenti”. Sono parole pesanti come maci-

gni e il suo dirsi comunque fiducioso nel-

l'esito della sfida pare un messaggio nep-

pure troppo in codice rivolto a chi dovreb-

be garantire un minimo di regolarità alla

manifestazione. Il suo grido di dolore non

pare cadere nel vuoto, la musica cambia e

Kubica torna dov'era venerdì sera: davan-

ti. La vittoria non basta a fargli dimentica-

re tutto: a chi vuole sentirlo, conferma che

quello appena finito non è un rally, ma è

comunque un evento che fa bene a tutto

l'automobilismo da corsa. “Però – osserva

– basta poco per rovinare tutto e quello che

è successo in questi giorni, in una gara vera

non sarebbe mai passato”. Nella stanza dei

bottoni dell'autodromo forse lo ascoltano o

forse no. Il brutto tempo non ha impedito

a svariate migliaia di spettatori di far la fila

al botteghino e fra loro molti hanno sfida-

to la pioggia soprattutto nella speranza di

vedere da vicino The Doctor. Che non mol-

tiplica pani e pesci, non ancora, ma molti-

plica gli incassi. E tanto basta per garanti-

re qualche vantaggio – vero o presunto – a

lui e quelli della sua corte. Già, perché nel-

la tre giorni monzese anche Roberto Brivio

che di mestiere guida i camion e Alessio

Salucci detto Uccio che di mestiere fa il

portaborse sono andati sensazionalmente

forte, più forte pure di Alessandro Perico

che nei rally tricolori qualcosa ha vinto.

Altre storie di ordinaria normalità al Mon-

za Rally Show.

Come al solito

pubblico in visibilio

per Valentino Rossi