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«SONO NATO
PER QUESTO»
Da bambino giocava nel paddock di F.1 insieme a papà Jos,
che poi lo ha guidato fino al precocissimo debutto nel Circus.
Ora sa che tutti gli occhi sono puntati su di lui, ma è sicuro di essere
all’altezza. E nel suo futuro vede una carriera al vertice
Max, tremesi fa eri quasi uno sco-
nosciuto, oggi sei al centro dell'at-
tenzione: come stai gestendo la
situazione?
«Concentrandomi su quello che devo
realmente fare. Voglio essere utile al
team ogni volta che entro in macchi-
na, specialmente quando si tratta
testare qualche componente per il
2015».
Qualcosa comunque è cambiato:
prima nessuno si accorgeva di te,
ora ti corrono dietro chiedendo
autografi. E lei ha appena 17
anni...
«Per me non c'è problema. Lo dico
chiaramente: se un fan vuole parlarmi,
io mi fermo sempre».
LaRedBull ha dimostrato di ave-
re molta fiducia in te, ma si
aspetta anche che dimostri che la
fiducia è ben riposta. Questo
provoca tensione?
«No, perché la verità è che in F.1 devi
sempre fare un buon lavoro. Ed è quel-
lo che sto cercando di fare».
Ma fra fare e provare di fare c'è
una differenza...
«Se sono arrivato fin qui, in F.1, è
ovvio che si aspettino molto da me.
Chiaro che alla fine dipende tutto da
me, che devo essere io a dimostrare di