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FORMULA 1
TASSA D’ISCRIZIONE
Stefano Semeraro
Correre in F.1 costa, si sa. Tanto, anzi troppo se pensiamo alle sfortu-
nate vicende di Marussia a Caterham. Ma anche solo iscriversi al cam-
pionato servono un sacco di soldi, specie per chi l'anno precedente ha
fatto molti punti. La “tassa” complessiva che i vari team devono versa-
re ammonta infatti a circa 15 milioni di euro, ed è divisa fra i vari team
inmaniera direttamente proporzionale ai successi ottenuti. Per fare un
esempio chiaro: laMercedes per difendere il suo titolo nel 2015 ha sbor-
sato oltre 4,1 milioni di euro, la Red Bull 2,2, mentre la Ferrari – pur-
troppo... - 'solo' 1,3. Un costo che scende ad appena più di mezzo milio-
ne nel caso di Toro Rosso, e a soli 435.790 euro per Sauber e Cater-
ham. Una imposta progressiva, che chiede di più a chi più può dare,
anche se a pensarci bene per un colosso come quello di Stoccarda si
tratta di autentiche 'noccioline'. Nel terzo trimestre dello scorso anno,
ad esempio, il fatturato della Daimler è aumentato del 10 per cento
rispetto allo stesso periodo del 2013, con un utile netto di 2,8 miliardi
di lire (fonte Quattroruote), contro l'1,9 del 2013. Merito sicuramente
della qualità delle vetture di Stoccarda, degli investimenti sulla ricer-
ca e sui nuovi modelli, ma è innegabile che anche solo la pubblicità for-
nita dai successi di Lewis Hamilton e Nico Rosberg stia ripagando la
Casa tedesca delle energie e dei fondi investiti nell'avventura F.1 (e che
vanno ben oltre la piccola tassa d’iscrizione). Per dare una piccola idea
prendiamo solo il 'ritorno' che le vittorie dello scorso anno hanno gene-
rato sui social media. Secondo un sondaggio promosso da Repucom,
che monitora le realtà industriali, nel corso del 2014 le Frecce d'argen-
to hanno raccolto il 30 per cento di tutta l'attività che ha riguardato i
team di F.1, davanti a Ferrari (19 per cento), McLaren (12) e Lotus (10),
mentre la Red Bull si è fermata all'8 per cento. Non sempre quindi i
tweet o i click seguono la classifica, ma una annata da “pigliatutto”
come quella della Mercedes paga benissimo anche in termini di comu-
nicazione. E' stato poi calcolato che la foto di Hamilton vittorioso ad
Abu Dhabi è stata taggata con un “like” 2,9 milioni di volte, e questo si
è tradotto in un valore commerciale di 55mila dollari per la Mercedes
(e il flusso di interazioni totale della scorsa stagione si è aggirato attor-
no agli 8.9miliardi). Insomma, laMercedes paga apparentementemol-
to in tasse, ma in realtà il suo ritorno è enorme. In proporzione per la
povera Caterham, costretta a sborsare poco più di 400mila euro, o la
Lotus che ha versato in ritardo i suoi 479mila facendosi anche rampo-
gnare dalla FiIA, si tratta di soldi sudatissimi.
QUANTO MI
Per far parte del prossimo campionato ogni team,
come da prassi, ha dovuto mettere mano al portafoglio.
Vediamo come e perché