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PRESENZA
La Honda ha vinto il braccio di ferro con la Mercedes e gli altri motoristi:
anche lei potrà sviluppare la sua power-unit dopo l'omologazione del 28 febbraio.
Ma la percentuale dei “token”, dei gettoni di sviluppo, a sua disposizione
probabilmente non consentirà grandi interventi durante la stagione
Stefano Semeraro
Se la FIA fosse la BCE, e la Mercedes la
cancelliera Angela Merkel, la linea del
rigore in Europa sarebbe già sconfitta.
Oddio, l'Europa c'entra fino a un certo
punto, visto che a far deragliare le regole
che parevano ferree sullo sviluppo dei
motori a stagione in corso è stato un par-
tner giapponese, la Honda, e comunque
certi paragoni è meglio farli solo per sor-
ridere. Sta di fatto che il motorista orien-
tale, partner della McLaren, alla fine l'ha
spuntata. Come Renault, Ferrari e Merce-
des potrà mettere mani alla propria
power-unit nel corso del prossimo cam-
pionato, come in un primo tempo invece,
pareva essergli stato proibito. Il motivo del
divieto faceva riferimento al fatto che la
Honda, non avendo gareggiato lo scorso
anno, e quindi avendo potuto progettare
la nuova unità con le mani più libere,
avrebbe in teoria goduto di un beneficio
rispetto ai concorrenti. Ipotesi teorica-
mente sostenibile, ma in realtà pratica-
mente molto debole, e soprattutto diffici-
lissima da far digerire alla new-entry
made in Suzuka. Tanto più che in una F.1
in crisi di team e di finanze (oltre che di
audience), che pare aver puntato tutto sul-
la presenza dei grandi nomi, il tacito
accordo è quello di darsi da fare per accon-
tentare tutti e sperare che altri marchi si
facciano convincere nell'immediato futu-
ro piuttosto che irritare quelli che ci sono.
Così, in base al concetto delle pari oppor-
tunità, anche la Honda, dopo l'omologa-
zione dei propulsori ibridi, fissata per il 28
febbraio, avrà un margine di manovra per
migliorarne l'efficienza e l'affidabilità.
«Poiché ognuno dei quattro costruttori
avrà una power unit omologata a inizio
stagione – ha comunicato ufficialmente la
FIA - crediamo sia corretto garantire che
ognuno abbia pari opportunità di svilup-
po nel corso della stagione».
Il sistema, come si sa funziona a “token”,
ovvero gettoni che rappresentano percen-
tualmente i componenti del motore. In
totale i gettoni sono 32, a rappresentare il
48 per cento del propulsore. Alla Honda,
seguendo la un po' pilatesca decisione del-
la Federazione sarà consentito durante la
stagione di “spenderne” un numero pari
alla media di quelli che sono rimasti a
disposizione degli altri costruttori, dopo le
modifiche compiute sull'unità dello scorso
anno. Secondo i rumors la Ferrari di getto-
ni ne avrebbe già utilizzati 27, come laMer-
cedes, la Renault tutti e 32, quindi ai giap-
ponesi rimarrebbero le briciole, o quasi: 3
gettoni ovvero più o meno un 5 per cento
di possibili interventi. Con una power unit
tutta nuova, mai testata in gara - e a quan-
to trapela dai test non esattamente affida-
bile – non ci sarebbe insomma molto da
sorridere. Il pericolo giallo, al momento,
appare un po' sbiadito. Ma non discrimina-
to.