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differenza per noi. Temevo che l’inespe-
rienza avrebbe avuto un ruolo determi-
nante perché per un debuttante è sempre
facile commettere errori, incidenti, distra-
zioni che portano a penalità o squalifiche,
invece non è stato così. Ocon è stato for-
tissimo in ogni qualifica, all’inizio non
concretizzava troppo in gara perché non
partiva bene, ma sistemato questo aspet-
to, è stato un martello pneumatico, non si
fermava più e alla pausa estiva aveva ben
100 punti di vantaggio sul primo degli
inseguitori. Esteban ha poi avuto un perio-
do di leggera flessione, ma perché ha
cominciato a essere più conservativo, a
pensare al campionato. Ha saputo gestire
la pressione, è stato vittima di qualche epi-
sodio sfortunato, ma quando la macchina
magari non era al cento per cento, lui ci ha
messo tantissimo di suo per rimanere al
vertice ed è finita che ha vinto il titolo con
una tappa di anticipo”.
Faceva un certo effetto vedere sotto la
stessa tenda un pilota Junior della Lotus e
uno della Ferrari. Una gestione apparen-
temente complicata, ma non è stato così:
“Assolutamente no, perché i due ragazzi
sono seguiti da persone di alto profilo, che
non si pongono certi problemi. I ragazzi
sono sempre stati molto intelligenti, colla-
borativi, scambiandosi in ogni momento
le informazioni, non nascondendole l’uno
all’altro. Loro stessi hanno capito fin dal
primo momento che era utile questa reci-
proca collaborazione. E del resto il diktat
in Prema è che non deve vincere il pilota,
ma il team, e lo stesso è quando si perde.
Siamo una squadra unita e i risultati sono
sempre frutto del lavoro di tutti non di un
singolo, questo deve essere sempre chiaro
a chi entra in Prema”.
L’effetto Verstappen, ovvero il rookie che
provenendo direttamente dal karting è
stato subito vincente nel FIA F.3 meritan-
dosi le attenzioni della Red Bull che lo ha
ingaggiato per la stagione F.1 2015 con la
Toro Rosso, ha avuto il suo effetto. Tanti
ragazzi sono stati consigliati nel saltare il
passaggio dalla fondamentale F.Renault
2.0 per approdare direttamente in F.3 pur
non avendo l’esperienza necessaria e non
pensando che… di Verstappen ne nascono
ogni trent’anni… Di conseguenza vi saran-
no molti debuttanti nel FIA F.3 di que-
st’anno e un abbassamento della qualità:
“Sì è vero, ritengo che alla fine di piloti
esperti ce ne saranno non più di cinque. E
tantissimi debuttanti in arrivo dalle for-
mule propedeutiche, ma anche dal kar-
ting. E questo come dici è l’effetto Verstap-
pen. A inizio anno avevo espresso un giu-
dizio negativo sul suo salto kart-F.3 e
anche se l’olandese ha ottenuto risultati
certamente strabilianti, non cambio idea.
Non tutti hanno il talento di Max e molti
che pensano di seguirne le orme temo che
dovranno poi ricredersi sulle scelte fatte.
In uscita dal karting è fondamentale fare
esperienza in una serie come la F.Renault
o la F.4”.
Il format del FIA F.3 rimane invariato con
undici appuntamenti e ben trentatre gare
diluite su undici appuntamenti. Non è
troppo? “Inizialmente temevamo lo fosse,
ma abbiamo visto che si può fare senza
troppi problemi. Per il FIA F.3 è molto
importante l’abbinamento con il DTM
perché offre grande visibilità ai ragazzi che
corrono nella formula. E’ utopistico pen-
sare che tutti i piloti che sono in F.3 arri-
veranno un giorno in F.1, il DTM offre uno
sbocco professionale molto importante. I
costruttori presenti, Audi, BMW e Merce-
des, guardano con grande interesse alla
F.3 e pescano da questo serbatoio i loro
piloti del futuro. Abbiamo visto Merhi,
Juncadella, Wehrlein, Vietoris, per rima-
nere nei tempi recenti, ma anche guardan-
do al passato i vari Spengler, Paffett, Gre-
en sono tutti arrivati direttamente dalla
F.3. Ogni fine stagione i tre costruttori invi-
tano i protagonisti della F.3 per un test che
può rivelarsi decisivo”.
Maisano era sparito dai radar delle formule,
ma la bella stagione in F.4 lo ha rilanciato ed ora
sarà nella F.3 europea con Prema