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USCC
24 ORE DI DAYTONA
Marco Cortesi
Il team Ganassi torna sul tetto di Daytona.
Nella cinquantatreesima edizione della
classica americana, la compagine dell'in-
tramontabile Chip Ganassi ha riportato al
vertice una delle sue vetture interpretando
come meglio non poteva la profonda natu-
ra da "killer" della tappa inaugurale dello
United SportsCar Championship 2015. A
trionfare è stata la Riley-Ford numero 02,
quella tradizionalmente riservata agli
"ospiti", ovvero ai top-driver di Ganassi in
IndyCar e NASCAR, andata a riscattare
un'edizione passata difficile e a dare
all'ovale blu il primo grande successo con i
nuovi propulsori turbo Ecoboost. Sensazio-
nale protagonista e leader nelle fasi decisi-
ve è stato il tre volte campione IndyCar
Scott Dixon, capace di associare un passo
altissimo all'assenza più totale di errori,
oltre a consumi inarrivabili per gli altri.
Fondamentali gli "affondi" messi a segno
con tempismo perfetto qualora si trovava a
gestire i giri in più guadagnati prima delle
soste ai box. Ed è così che lui, Tony Kana-
an, Kyle Larson e Jamie McMurray hanno
strappato la vetta sulla Dallara Corvette DP
del team Taylor nel momento chiave. Posi-
tivi anche la grinta del brasiliano, il talen-
to del Rookie Of The Year NASCAR e anche
la classe di McMurray, diventato uno dei
pochi piloti nella storia a vincere sia la Day-
tona 500 che la 24 Ore.
STRATEGIA KO PER
IL TEAM TAYLOR
Il team Taylor, a dispetto delle risorse sicu-
ramente più limitate rispetto agli avversa-
ri, è riuscito a disputare una corsa da lea-
der con Ricky e Jordan Taylor, ma soprat-
tutto con Max Angelelli, intramontabile.
Tuttavia, la Corvette DP numero 10 ha
pagato un incredibile errore nella strategia
dei cambi pilota, dovendo effettuare una
sostituzione in più a sette minuti dalla fine:
le regole prevedono infatti che un condut-
tore non possa guidare per più di quattro
ore nell'arco delle precedenti sei, e Jordan
Taylor si è trovato a "sforare". Oltretutto,
Ricky Taylor, salito in vettura, ha subito
una penalità perché, al momento del cam-
bio, i box erano chiusi. Così è volato via
anche il secondo posto, che alla fine è anda-
to a Christian Fittipaldi, Joao Barbosa e
SebastienBourdais, vincitori 2014 con l'Ac-
tionExpress Racing. Fuori dai giochi l'altra
Riley-Ford di Ganassi, quella che vedeva al
volante Scott Pruett, Joey Hand, Charlie
Kimball e Sage Karam, fermati da un pro-
blema alla trasmissione. Tra incidenti e
guai tecnici è finita KO anche la Ligier-
Honda polesitter del teamShank. Oltre agli
inconvenienti, ha pesato rispetto agli equi-
paggi tutti "pro" la presenza del gentleman
John Pew dimostrando che, più che il
balance of performance, la vera differenza
tra DP e LMP2 è tuttora data dalla qualità
di pilotaggio delle compagini più esperte
riescono a mettere in campo.
PAPIS GUIDA LA
RIMONTA ACTIONEXPRESS
E di qualità ne ha avuta da vendere la
seconda Coyote ActionExpress, che vedeva
al volante anche Max Papis. Rimasta ferma
per buona parte delle prime battute per un
problema alla scatola dello sterzo, ha
rimontato giro su giro fino al settimo posto
assoluto, quinta di classe. Chissà cosa
sarebbe accaduto senza i guai meccanici.
Inoltre, vanno riportati anche le difficoltà
tecniche della Riley che vedeva al via
Rubens Barrichello. Il brasiliano ha
mostrato comunque un gran piede alla sua
"prima" tra i prototipi alla 24 ore: suo il
miglior tempo della compagine di Peter
Baron.
Un selfie per i vincitori
della 24 Ore di Daytona