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Nonostante tutto, nonostante un ambiente italiano ostile al motorsport, vedi una Federazione

sempre completamente assente, incapace di allevare i nostri giovani piloti e una totale penu-

ria di aziende-sponsor in grado di supportare i ragazzi (ora c’è la motivazione della crisi eco-

nomica reale, ma prima non è che la storia fosse molto diversa), si combatte. E così, grazie al

Ferrari Driver Academy abbiamo unRaffaeleMarciello inposizione privilegiata, diremmo ospi-

tato in una suite con vista F.1. In questi giorni, il pilota che correrà con Trident in GP2, ha fat-

to visita alla sede della Sauber di Hinwil per costruirsi il sedile. Operazione sempre lunga e anti-

patica, mamolto importante. E che potrebbe significare cheMarciello avrà l’opportunità di sali-

re sulla C34 nei test di Montmelò, o in quelli in programma tra il 19 e il 22 febbraio o in quel-

li che andranno dal 26 febbraio all’1 marzo. Chissà. Oppure dovremo aspettare i venerdì dei GP

F.1 per vedere finalmente un italiano in azione nei fine settimana dei Gran Premi. In ogni caso,

si sta preparando il terreno e questo è confortante. Poi, abbiamo Antonio Fuoco, che sarà sicu-

ramente tra i protagonisti della GP3 col team Carlin. Anche il calabrese è un prodotto del Fer-

rari Driver Academy e tutto lascia pensare che possa velocemente ripercorrere il sentiero del

suo compagno di “stanza” a Maranello. Marciello e Fuoco sono al momento i principali rap-

presentanti della speranza tricolore per rivedere un italiano inF.1 a tempo pieno. Certo, dovran-

no dimostrare rispettivamente in GP2 e GP3 di essere all’altezza, di meritare il passaggio nel

mondiale. Una stagione storta nelle serie addestrative sarebbe un bel guaio, ma le capacità i

due ragazzi le hanno e quindi non dovrebbe essere così impossibile far capolino nelle prime

posizioni durante il 2015. Il buon lavoro del Ferrari Driver Academy (anche se non abbiamo

ben capito la presenza determinante ai fini delle trattative con i team e nella scelta delle cate-

gorie dei rispettivi manager personali), per ora si ferma qui per quel che ci riguarda. Canadesi

e cinesi non sono nel nostromirino e quindi attendiamo che qualche altro azzurrino finisca pri-

ma o poi sotto l’ala protettrice del Cavallino.

Il mercato ci offre poi un Luca Ghiotto tra gli iscritti della GP3. Il vicentino correrà per la Tri-

dent e purtroppo, causa budget, non potrà essere al via per una seconda stagione nella World

Series Renault, dove avrebbe potuto concretizzare dopo un 2014 non troppo esaltante. Ghiot-

to non appartiene alla FDA ed è il classico esempio del pilota italiano che deve farsi strada da

solo. Non ha esitato a fare un passo indietro nella scala delle categorie e questo gli fa onore.

Luca si è costruito da solo, supportato dalla famiglia e da qualche amico sponsor, dimenticato

come tutti dalla Federazione. La World Series Renault al momento non sembra poter include-

re nello schieramento piloti 2015 nomi italiani e questo è piuttosto grave. Ne abbiamo tre inve-

ce, nella F.3 europea. Antonio Giovinazzi punta al titolo, sospinto dalla Volkswagen che lo ha

voluto a tutti i costi frenando il suo passaggio in World Series Renault. Il pugliese, va ricorda-

to, corre grazie al mecenate Gelael, indonesiano, che da anni lo ha affiancato al figlio. Di italia-

ni che lo supportino manco l’ombra…Michele Beretta tenta il riscatto a seguito di un non faci-

le primo anno internazionalementre Alessio Lorandi arriva direttamente dal karting. Unamos-

sa coraggiosa. Entrambi sono, come Ghiotto, dei self made man. Nella Euroformula Open,

abbiamo altri due giovani che con le forze della famiglia cercano di farsi largo, ovvero Damia-

no Fioravanti e Leonardo Pulcini. Ci piace sottolineare che Lorandi, Pulcini e Fioravanti sono

stati scelti da Italiaracing come Kartisti dell’anno, rispettivamente nel 2014, 2013 e 2012. Nel

2011 lo fu Ignazio D’Agosto che dopo tre stagioni di Eurocup Renault 2.0 (altra serie dove sare-

mo clamorosamente assenti quest’anno) ora si ritrova davanti a un bivio, non agonistico, ma

dettato dalla mancanza di budget. Un vero peccato perché il barese ha eccellenti qualità e una

motivazione che pochi possono vantare. Attendiamo comunque notizie positive. Poi, abbiamo

Mattia Drudi e Alessio Rovera che erano attesi anch’essi in Euroformula Open, ma non hanno

ancora trovato un accordo, almeno ufficialmente, con qualche squadra anche se il romagnolo

figlio d’arte era vicino a Campos. Questa dunque la situazione dei piloti italiani nel panorama

del motorsport europeo delle formule. Come vedete, sono molto pochi in confronto a inglesi e

francesi e tedeschi, costretti ad arrangiarsi in proprio tra mille insidie, paure, fatiche e notti

insonni. Ma combattono e speriamo che riempiano le nostre cronache di bei risultati durante

la stagione 2015. In attesa che qualcuno si svegli…

di Massimo Costa

EPPUR CI SI PROVA

EPPUR SI COMBATTE