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FORMULA 1

IL PUNTO

I TEST DICO

In una atmosfera più rilassata rispetto ai fine settimana dei Gran Premi,

in occasione delle prove collettive è possibile cogliere alcuni interessanti aspetti

che altrimenti sfuggono. Eccone un esempio

Marco Cortesi

L'inizio della stagione, col via ai primi test collettivi di Jerez, mette gli osservatori in condi-

zioni privilegiate. Forse perché si è relativamente liberi dalla pressione del campionato, o

forse perché i piloti, durante l'inverno, si sono ri-trasformati in loro stessi dopo aver speso

la stagione trasformandosi gioco forza nei manichini senza personalità che i loro uffici stam-

pa o marketing impongono loro di essere. E' questione di dettagli. Atteggiamenti, sguardi,

che rivelano di più di quello che si può intuire durante la concitazione di un Gran Premio.

Forse tutti, in realtà, hanno una guardia un po' più bassa. E quindi, ti rendi conto di parec-

chie cose. Ti rendi conto, per esempio, di quanto Sebastian Vettel sia un animale da corsa.

Un pilota totale. Negli occhi ha la stessa profondità di altri fenomeni prima di lui. E' lo sguar-

do di chi ha l'istinto del killer, del predatore. Vettel è uno di quelli che ci proverà in ogni

modo, magari fino o oltre ai limiti, per portare a casa il risultato. E ti rendi conto che le sue

difficoltà alla Red Bull lo scorso anno sono state assolutamente legate ad una situazione con-

tingente. Tutto ciò nonostante l'immagine che, specie in Italia, alcuni hanno dato di lui. Il

Vettel che ha avuto la pappa pronta, il Vettel che ha fortuna, il Vettel che vince perché ha la

macchina, il Vettel che vince solo se parte davanti perché non sa sorpassare. Tutte cose che

non esistono. Il tedesco è cresciuto per essere un predatore. Comunque, poco male, dato che

buona parte dei suoi detrattori già sono passati magicamente a celebrarlo dopo il suo pas-

saggio in Ferrari e gli ottimi test di Jerez.