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ver. Una mossa con cui Ferrari intende
ribadire la paternità della decisone. Ma per
uno strano scherzo del destino, Surtees si
salva ancora. Sotto una pioggia battente, “il
Figlio del Vento”, firma la pole ed in gara
supera la Cooper-Maserati dell’austriaco
Jochen Rindt nel finale e vince la corsa.
Gozzi chiama allora Maranello e Ferrari gli
ordina perentorio:” Sospendi e torna a casa
subito”. Passa quindi una settimana e si
arriva al week-end della “24 Ore di Le
Mans”, in cui Dragoni mette in pratica con
ogni probabilità una strategia che esasperi
ancora di più gli animi e che induca Surte-
es a dare le dimissioni. Una soluzione cal-
deggiata dal Drake. Alla vigilia della mara-
tona della Sarthe, Dragoni riserva a Surte-
es un trattamento a dir poco provocatorio.
Lo multa perché si è seduto nell’abitacolo
della vettura di un compagno di squadra. E
quando vengono definite le coppie in gara,
gli affianca Parkes e Scarfiotti in qualità di
riserva. Una decisione motivata dal fatto
che secondo il direttore sportivo, il britan-
nico potrebbe non reggere i tre turni di gui-
da notturni. Secondo Dragoni, è trascorso
troppo poco tempo dallo schianto di
Mosport. E’ la goccia che fa traboccare il
vaso. Surtees, peraltro autore del miglior
tempo in prova tra i ferraristi, si sente umi-
liato, smentisce pubblicamente Dragoni,
affermando di essere in salute e aggiungen-
do polemicamente:” In realtà, Dragoni non
mi ha più in simpatia e poi preferirebbe far
vincere un pilota italiano.” Una dichiara-
zione di fuoco, a cui il direttore sportivo
risponde con la sospensione dell’inglese,
demandando la decisione finale al Com-
mendatore.
LA SEPARAZIONE NON FA
BENE A FERRARI E SURTEES
L’atto conclusivo ha luogo il martedì suc-
cessivo, con la conferenza stampa ed il
conseguente comunicato. Nè Ferrari, nè
Surtees torneranno in futuro sull’accadu-
to, quasi avessero stabilito un accordo in
segreto. “Big John”, pur non entrando nei
dettagli, confesserà quanto Dragoni rife-
risse a Ferrari informazioni filtrate e
distorte. Ma di fronte alle accuse di spio-
naggio negherà sempre. Per contro, Il
Drake, all’atto della separazione si limite-
rà a dire: ”So quello che perdo, non so
invece quanto perderei se lo confermassi.
E mai valutazione fu tanto soppesata”. In
realtà nessuno, uscirà da vincitore.
Lasciata la Ferrari, la carriera di Surtees,
sarà alquanto parca di soddisfazioni, ecce-
zione fatta per la vittoria nel GP d’Italia
del 1967 al volante della Honda e della
conquista del titolo Europeo di F.2, come
costruttore nel 1972, quando al volante di
una sua monoposto ci sarà un altro cam-
pione delle ruote, l’inglese Mike Hailwo-
od. Surtees diverrà poi costruttore di
monoposto di F.1. Dragoni, lascerà il
Cavallino a fine 1966, per una strana coin-
cidenza, o per altri motivi. Forghieri, nel
suo libro “30 anni di Ferrari e oltre”, darà
una sua versione dei fatti, cercando di sca-
gionare Dragoni e attribuendo la respon-
sabilità del licenziamento di Surtees al
Grande Vecchio. La Ferrari infine, andrà
incontro ad uno dei periodi più opachi
della sua storia. Si dovrà attendere il 1975,
quando Niki Lauda e la 312T, riporteran-
no a Maranello sia il titolo piloti sia quel-
lo costruttori. John Surtees, che lo scorso
11 febbraio ha compiuto 81 anni, resta una
leggenda vivente, grazie al fatto di essere
l’unico pilota ad aver conquistato la coro-
na iridata sia nelle due che nelle quattro
ruote. Risiede vicino a Londra e non è raro
incontrarlo sulle piste d’oltre Manica
nonostante il destino gli abbia portato via
il figlio Henry durante una gara di F.2 a
Brands Hatch nel 2009.
Surtees tra Forghieri e Dragoni