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FORMULA 1
TEST A MONTMELÒ
Come hai spiegato, non hai guidato
molto ancora,ma quali sono le prime
impressioni sulla power unit Merce-
des? Farà la differenza?
“Abbiamo la miglior power unit disponibi-
le. E' un fatto ed è molto positivo. L'anno
scorso sapevamo comunque che anche con
un motore Mercedes la vettura non sareb-
be stata abbastanza veloce. C'è quindi sta-
to un gran lavoro a Enstone, molti progres-
si, e sono felicemente sorpreso da come la
macchina reagisce e offre una base molto
migliore per iniziare”.
In termini di power unit, quella Mer-
cedes è così differente? Senti più
potenza quando acceleri?
“E' un po' ingiusto confrontare le due real-
tà, perché quando abbiamo iniziato con
Renault, loro non avevano esperienza e ora
siamo passati alla Mercedes che ha sulle
spalle un anno di ottimi risultati. Quindi, è
naturale che le cose appaiano e siano un po'
diverse. Non voglio confrontare i duemoto-
ri. Ma sicuramente, da quello che si vede,
Mercedes ha la miglior power unit”.
Anche tu hai avuto la tua buona par-
te di difficoltà in Formula 1, special-
mente lo scorso anno. Il 2015 riusci-
rà ad essere l'anno in cui potrai
mostrare il tuo vero potenziale?
“Penso che in ogni stagione un pilota ten-
da amostrare il suo potenziale. La differen-
za è che quando sei in fondo alla griglia di
partenza è più difficile per la gente veder-
lo. Nel 2013 avevamo una buona macchi-
na, e ho portato a casa sei podi, ma nonpen-
so di aver smarrito le mie capacità durante
l'inverno tra il 2013 e il 2014. L'anno scor-
so ho disputato delle gare molto positive,
anche se fuori dai punti. Spero di avere una
vettura che mi assecondi un po' di più que-
st'anno, cosa che sembra probabile, e da
quel punto potrò veramente mettermi al
lavoro.
Hai spiegato pubblicamente di aver
lavorato con uno psicologo dello
sport in passato. Te ne sei servito
anche lo scorso anno?
“Ci sto lavorando dal 2012, circa una volta
alla settimana. Credo che si possa sempre
progredire e non c'è ragione di dire ‘sono al
livello in cui sono’. L'idea di fondo dietro
questo tipo di lavoro è che puoi sempre
migliorarti e fare di meglio. E continuo a
lavorare”.
Pensi quindi di non aver raggiunto il
tuo punto più alto da pilota di F.1?
“No, non penso, nemmeno come persona,
che qualcuno potrà mai usare il 100 per
cento delle proprie capacità. Ci sono sem-
pre nuovi elementi che entrano nella tua
vita personale o professionale, e ci sono
sempre cose che puoi gestire un po' meglio.
A questo punto, non vedo ragioni per smet-
tere di vedere uno psicologo, anche se ini-
ziassi a vincere gare. Comunque ci sono
tanti aspetti da gestire”.
Da quando sei arrivato in F.1 ti sei
sposato e sei diventato papà. Questo
cambia il modo in cui ti approcci alle
corse?
“Non cambia nulla quando guido la mac-
china. Quando chiudi la visiera sei in race
mode e ci sei solo tu, la macchina e il cir-
cuito. Da uomo, da persona, ovviamentemi
ha cambiato perché il centro dei miei inte-
ressi sono mio figlio e la mia famiglia. Ma
quando sono in pista con tuta e casco,
l'obiettivo è sempre lo stesso”.
Abbiamo parlato delle difficoltà del-
la Lotus la scorsa stagione. Anche in
certe situazioni hai pensato che esse-
re un pilota di F.1 fosse il miglior
lavoro al mondo?
“Certamente diventa più frustrante. E' sta-
to probabilmente l'anno più difficile che ho
avuto in F.1, ma amo comunque il mio lavo-
ro. E' lamia passione e ciò chemi piace fare.
L'unica cosa che volevo, alla fine dello scor-
so anno, era di iniziare la stagione con
un'altra macchina. Nello sport ci sono alti
e bassi e dobbiamo accettarlo. Speriamo
che quest'anno ci siano più alti”.