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NASCAR

GARA A DAYTONA

Marco Cortesi

Joey Logano c'è. Se non fossero bastate le

cinque vittorie del 2014, se esistessero

ancora dubbi che fosse, come detto da un

team manager che l'aveva abbandonato,

"più pubblicizzato che buono", la Daytona

500 2015 ha dissipato ogni dubbio. E sicu-

ramente, quel team manager (Jack Roush)

ora si sta mangiando le mani. E forse anche

Joe Gibbs, che dopo qualche stagione inter-

locutoria aveva lasciato partire il ventiquat-

trenne di Middletown preferendogli Matt

Kenseth. Il Capitano ci ha ancora visto lun-

go, lunghissimo. Dopo aver "raccolto" Brad

Keselowski, messo a piedi dal team Hen-

drick che gli aveva preferito gente più...

pubblicizzata, Penske si è assicurato i ser-

vigi proprio di colui che, di Keselowski, era

stato il principale rivale nella scalata al suc-

cesso. Più giovane pilota a conquistare il

successo in Camping World East Series,

Nationwide Series e Sprint Cup Series,

Logano ha ufficialmente trovato la sua

dimensione. E nonostante solitamente la

500 Miglia della Florida sia una roulette,

stavolta c'è stato un pilota che ha fatto la

differenza, riuscendo a sfruttare al meglio

la sua linea e ad andare in fuga. Da solo.

Certo, la spinta di Clint Bowyer a nove giri

dalla conclusione l'ha aiutato, ma nella fase

finale, con un nugolo di macchine impe-

gnate a battagliare quasi alla pari, Logano

ha preso il volo.

HENDRICK MASTICA AMARO

EARNHARDT SI ARRENDE

Grande sconfitto, il team Hendrick, che

dalle prove della settimana precedente alla

metà della corsa era stato il favorito asso-

luto. Jimmie Johnson, rallentato da una

strisciata con le barriere e da una penalità,

ci ha provato nel finale, ma si è visto pas-

sare anche da Kevin Harvick e da Denny

Hamlin, emersi all'ultimo minuto, mentre

Dale Earnhardt Jr. ha terminato terzo: a

tratti era apparso come il più in forma, ma

alla prova dei fatti si è dovuto inchinare.

MEARS SORPRENDE

POCHI GLI INCIDENTI

Ad un passo dai top-5 ha concluso Casey

Mears, che merita una menzione onorevo-

le correndo per uno dei teampiù piccoli del

campionato, il Germain Racing. Curiosa-

mente, la 500 Miglia 2014 non ha regala-

to molti incidenti. Dopo i fuochi d'artificio

dei giorni precedenti, con la sospensione

di Kurt Busch e la doppia frattura in Xfini-

ty Series del fratello Kyle, non ci sono sta-

te grosse emozioni extra-sportive. L'unica

eccezione è stato il povero Jeff Gordon.

Dopo aver comandato le prime fasi dalla

pole, il californiano ha perso il treno dei

primi prima di essere "giustiziato" da

Austin Dillon: nel marasma successivo

sono stati coinvolti altri sei piloti. Fuori

gioco per un contatto contro le barriere

Tony Stewart, che ha perso il controllo del-

la sua Chevy nelle fasi iniziali e Matt Ken-

seth, mentre anche il vicecampione in cari-

ca Ryan Newman è finito a muro insieme

a Jamie McMurray, per l'olio lasciato in

pista da un avversario. Da dimenticare

anche la serata di Keselowski, vittima di un

problema al motore.

Battaglia ruota contro ruota tra

Denny Hamlin (#11), Jimmie Johnson

(#48) e Clint Bowyer (#15)