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GP AUSTRALIA
Sebastian Vettel
Sebastian è il primo a saperlo, tanto che
dopo la gara ha innescato una simpatica e ri-
velatrice gag con Rosberg in conferenza
stampa:
«Sappiamo che sarebbe un bene se la Fer-
rari dalla prossima gara si avvicinasse un po',
a patto che non si avvicini troppo», ha detto
Rosberg.
«Sii onesto – gli ha risposto Vettel – Davvero
lo speri? Seriamente? Sei finito 30 secondi
davanti a noi e vuoi che ci avviciniamo? Mi
stai dicendo questo?».
«Spero che possiate sfidarci! Lo dico perché
è importante per lo sport e per i fan. Lo dico
per lo show. Un metà di me – magari un po'
meno – spera che succeda davvero perché
così la gente davanti alla tv si divertirebbe di
più. Se ci riuscirete, insomma, sarà meglio
per tutti».
«Primo suggerimento allora: in Malesia aprite
i vostro box a tutti, così possiamo darci una
sbirciatina. No eh? Be', stavo scherzando».
«Puoi venire, Seb, se vuoi. Ti invito...»
«Grazie, allora ci sarò».
«Il venerdì della Malesia, ok?»
«Nella stanza degli ingegneri? Contaci. Ar-
rivo al debriefing».
Un Vettel in grande forma da enterteiner – e
in questo la sfida con Alonso è già vinta... -
ma per il resto c'è poco da ridere. «Trenta-
quattro secondi di distacco sono tanti per
chiunque», ha riconosciuto il tedesco. Nel
prossimo weekend possiamo ridurlo un po-
chino, ma potrebbe andare anche peggio. Le
prime tre gare serviranno a capire chi è vera-
mente forte e quali sono le distanze. Loro
erano in vantaggio lo scorso anno e lo sono
ancora, anzi hanno fatto un ottimo lavoro per
aumentarlo. E hanno una stella sulla mac-
china, non un cavallo. Sarà difficile per noi e
per tutti riuscire a prenderli».
Del resto quando al Tour o al Giro il fuori-
classe piazza l'allungo in salita a volte la cosa
migliore è abbassare la testa e concentrarsi
sul proprio ritmo. Evitare di farsi staccare. «Il
lato buono è che siamo appena dietro la
Mercedes – ammette Seb, lo scalatore per
forza – ora dobbiamo confermare questo
dato, essere sicuri che non sia un episodio.
E migliorare l'affidabilità. Kimi qui non è arri-
vato alla fine, ed è un peccato, perché
avremmo potuto segnare molti più punti.
Comunque l'anno scorso a quest'ora ero già
in aeroporto, quindi sono molto contento di
aver visto la bandiera a scacchi. E una situa-
zione tutta diversa, sono in un nuovo team e
devo ancora capire cosa bisognerà fare per
migliorare nelle prossime due gare, per il
resto sono molto felice».
Don't worry, Seb. Be happy. Ma pesta duro.