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Quando

la griglia piange

Carlo Baffi

La 31^ edizione del G.P. d’Australia, verrà ricordata anche per le poche monoposto al via:

solo 15. Una situazione anomala per la F.1 moderna, ma che in passato si è verificata più

volte e con un numero di partenti ancora più risicato. Il 19 gennaio 1958, i concorrenti del

G.P. d’Argentina, svoltosi a Buenos Aires, furono soltanto dieci. Una gara in cui s’impose Stir-

ling Moss su Cooper-Climax, davanti alle Ferrari di Musso e Hawthorn. Tredici piloti in pista

a Spa nei G.P. del Belgio datati 1951 e ‘55. Stesso numero anche in Argentina (sempre a Bai-

res) nel ’56 ed in Francia, nel 1969 a Clermont Ferrand. In tempi più recenti, va ricordato il

Gran Premio di San Marino. Il 25 aprile del 1982, sul circuito di Imola, andò in scena una

gara con solo 14 vetture. A causa delle lotte politiche tra la Fisa (Federazione Internazionale)

di Jean Marie Balestre e la Foca (Formula One Constructor Association) capitanata da Ber-

nie Ecclestone, la corsa italiana venne boicottata dalla maggior parte dei team inglesi, legati,

per l’appunto alla Foca. Gareggiarono quindi le cosiddette scuderie legaliste come Ferrari,

Renault e Alfa Romeo, più la britannica Tyrrell, in quanto finanziata da uno sponsor italiano,

molto interessato ad essere presente nel G.P. di casa. Una domenica in cui si consumò il

grande tradimento in seno al Cavallino, con Didier Pironi che scippò al compagno Gilles Vil-

lenueve la vittoria, non rispettando gli ordini di scuderia. Le aspre polemiche che seguirono,

ebbero purtroppo un tragico epilogo due settimane dopo a Zolder nel corso delle qualifi-

che del G.P. del Belgio. Ma il record di minor presenze in una gara iridata, lo si registrò il 19

giugno 2005 ad Indianapolis. Al termine del giro di ricognizione, restarono in pista solo sei

monoposto: quelle gommate Bridgestone. Le altre 14 vetture gommate Michelin, presero

la via dei box, ritirandosi davanti ai 120 mila spettatori allibiti ed infuriati. Un G.P. degli Stati

Uniti paradossale, complice la scelta della casa del Bibendum, di portare pneumatici inade-

guati alle terribili sollecitazioni generate dalle curve sopraelevate del Motor Speedway. I

cedimenti delle coperture, subiti nel corso delle prove dalle Toyota di Zonta e Ralf Schuma-

cher, con le conseguenti uscite di pista, scatenarono il caos, con il fornitore francese co-

stretto ad ammettere le proprie colpe e l’impossibilità di garantire la sicurezza ai propri

clienti. Ma questa è un’altra storia.