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A casa Honda

c’è una storia che si ripete

Carlo Baffi

Forse i vertici dell’Honda e quelli della McLaren, non pensavano che la strada del ritorno in F.1 fosse così

arduo. I guai che i test pre-stagionali avevano evidenziati, si sono confermati in qualifica ed in gara a Mel-

bourne, nel primo Gran Premio dell’anno. Ultimi due posti in griglia, dopo non aver passato la Q1, la mono-

posto di Magnussen non partita e Button classificatosi ultimo a due giri dal vincitore, Lewis Hamilton. Certo,

per questa McLaren-Honda, concludere una gara con 56 passaggi percorsi è tanto di guadagnato, soprat-

tutto per quanto concerne l’acquisizione dei dati, importantissimi per lo sviluppo della MP4-30. Anche in

passato però, il rientro della Honda in F.1, non fu esente da fatiche e delusioni. Dobbiamo tornare al 1983,

quando dopo un’assenza di 15 anni, la casa giapponese si ripresenta nel Circus. Non torna in prima persona,

ma in qualità di motorista della Spirit. Una piccola scuderia britannica (e non un top team come oggi) fon-

data nel 1981 da John Wickham e Gordon Coppuck (padre della McLaren iridata di Fittipaldi), scelta nel

ruolo di apripista, per preparare lo sbarco in F.1, dopo una stagione in F.2. Programmi che vengono rispet-

tati. Dopo il titolo F.2 sfiorato nel 1982 con il belga Boutsen, la Spirit-Honda debutta nella massima serie. Dap-

prima scende in pista nella “Race of Champions” a Brands Hatch il 4 aprile 1983 e successivamente fa il suo

esordio ufficiale nel mondiale il 16 luglio nel G.P. di Gran Bretagna. A Silverstone, al volante della 201, c’è lo

svedese Stefan Johansson, che dopo esser partito col 13° tempo, deve alzare bandiera bianca al 3°giro per

noie al motore. Il miglior piazzamento conseguito negli altri sei G.P. disputati, sarà il 7° posto conseguito nel

G.P. d’Olanda a Zandvoort, ovviamente da Johansson. Terminato il “rodaggio”, la Honda affronta la sta-

gione successiva a bordo di una nuova monoposto: è la ben più blasonata Williams. Già dalla prima uscita, il

binomio anglo-giapponese centra il podio grazie al secondo posto del finlandese Keke Rosberg nel G.P. del

Brasile a Jacarepaguà. L’8 luglio invece, arriva la prima vittoria, sempre ad opera di Rosberg, che trionfa tra

i muretti di Dallas nel G.P. degli Stati Uniti. A fine stagione, la Williams-Honda chiude al 6° posto nella clas-

sifica costruttori e all’ottavo con Rosberg, tra i piloti. Nel 1985, il finlandese siglerà anche la prima pole ed i

trionfi saranno quattro. Il titolo mondiale, primo nella storia della Honda, arriverà nel 1987, conquistato dal

brasiliano Nelson Piquet, al termine di una stagione largamente dominata.