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GP AUSTRALIA
Il caso
Marco Cortesi
Tra gli elementi che hanno più animato il wee-
kend d'apertura della Formula 1 c'è stato sicura-
mente il caso di Giedo van der Garde. Il pilota
olandese, sostenendo di avere un contratto va-
lido con la Sauber per la stagione 2015, ha adito
le vie legali chiedendo il posto di uno dei due pi-
loti titolari per la stagione. Prima si è rivolto, in
Svizzera, ad un arbitrato, ottenendo ragione, poi
è volato in Australia dove, per la sfortuna del
team Sauber, in materia commerciale c'è uno dei
sistemi giuridici più efficienti e veloci al mondo.
Specie di fronte a difese povere come quelle
della scuderia. L'avvocato del team ha parlato di
"un inaccettabile rischio di infortuni o morte"
causa l'inesperienza o le poche capacità dell'olan-
dese e di problemi fisici nel farlo entrare in vet-
tura (quando il pilota di riserva Raffaele Marciello
è ancora più alto di Van der Garde). Insomma, già
dalle prime risposte il destino della causa sem-
brava segnato. Alla Corte Suprema di Victoria, il
primo grado ha dato in toto ragione al pilota, e
l'appello non ha ribaltato l'esito, trattandosi tra
l'altro di un'analisi di legittimità più che di merito.
Inoltre, non è piaciuto all'ambiente della Formula
1 il fatto di sbandierare a sproposito ragioni di si-
curezza per coprire una colpa contrattuale. Da
quel punto è iniziato il secondo step, dato che tra
l'ottenere ragione in giudizio ed essere messo in
macchina ce ne passa. La seconda azione, tra ve-
nerdì e sabato, ha richiesto l'attuazione di prov-
vedimenti cautelari, come il sequestro delle
vetture o l'incarcerazione del team principal Mo-
nisha Kalterborn. Ma, viste le pressioni della
Corte e i rischi di un esito clamoroso, la squadra
di Peter Sauber non ha potuto che abbassare le
piume e tentare disperatamente di scendere a
patti. Specie considerando due elementi: primo,
che avendo messo in macchina Felipe Nasr e
Marcus Ericsson, contravvenendo alle decisioni
dei giudici, si sono esposti ad una causa civile an-
cora più pesante che in precedenza e con ottime
possibilità di andare in porto; secondo, visto che
le decisioni hanno apertamente parlato di tutta
la stagione, sarebbero stati a rischio di azioni ana-
loghe ogni fine settimana di gara. Dopo aver già
fatto causa in passato al team Spyker per i troppi
pochi chilometri messi a referto da tester, ed es-
sersi visto assegnare un risarcimento di 1,8 mi-
lioni di dollari, Van Der Garde si prepara, se non
per una stagione di soddisfazioni, sicuramente
per un'altra cospicua iniezione di fondi. Una vi-
cenda, quella di Melbourne, che mette in evi-
denza le particolarità della Formula 1 attuale. In
un ambiente in cui i contratti sono sempre stati
solo relativamente importanti, malleabili a piaci-
menti, l'impegno diretto dei piloti nel portare
budget o reperire sponsor ha reso le firme molto
più importanti. Un monito ad essere più ragione-
voli che i team devono prendere sul serio, per
non correre rischi di figuracce clamorose.
“È un peccato
che abbiano preso
quella strada,
perché la sicurezza
è una grande
preoccupazione
nelle corse, e non
bisognerebbe
sfruttarla così
facilmente. Per me,
averlo in macchina
non è una
questione di
sicurezza, è
ingiusto usare
questo argomento
contro Giedo”
Jenson Button