Background Image
Previous Page  31 / 66 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 31 / 66 Next Page
Page Background

31

Dopo l'assenza forzata di Melbourne Alonso in Malesia si è dovuto accontentare

di un mesto ritiro dopo un accenno di duello con le Red Bull. Alla vigilia

c'era stata la polemica con il team sui motivi dell'incidente di Barcellona, ma la

parola d'ordine di tutti, a partire da Ron Dennis, è: va tutto bene

Bugie,

falsi sorrisi e

videotape

Stefano Semeraro

Se non sembrasse una battuta, si potrebbe dire che la parola

di Fernando Alonso e della McLaren dopo Sepang è una sola:

fare finta che non sia successo nulla. Dimenticarsi del (recentis-

simo) passato. Una amnesia stavolta volontaria per cancellare

due ritiri che fanno capire come i problemi di affidabilità delle

vetture di Woking, motorizzate Honda, non siano affatto risolti.

Anzi, siano abbastanza gravi.

«Tutto il weekend è stato migliore di quanto mi aspettassi – ha

provato a buttare lì Alonso, che prima di ritirarsi per un guaio

alla power unit in gara era stato al massimo ottavo – e la cosa

positiva è che siamo stati in grado di batterci con altre vetture,

non è che io e Button ci siamo semplicemente sfidati l'un l'al-

tro. Il nostro ritmo gara era buono e prima della sosta ero riu-

scito anche prendere le due Red Bull, cosa che mi ha sorpreso».

Ma se l'avversario designato deve essere una Red Bull in crisi

nera che medita l'addio alle corse, allora vuol dire che in McLa-

ren le cose vanno decisamente male. «Alla fine il team mi ha

chiesto di tornare ai box per salvaguardare la macchina, e sicu-

ramente bisognerà investigare sulle cause. Purtroppo siamo

alle prese con problemi di affidabilità che di solito si risolvono

in inverno». Stesso discorso per Button, che ha dovuto fermarsi

per un problema al turbo.

Per Alonso si trattava anche del ritorno in pista dopo l'as-

senza forzata in Australia a causa dei – misteriosi – postumi

del misteriosissimo incidente durante nei test di Barcellona.

Con tutto quello che ne era seguito, compresa la polemica

neanche tanto scoperta con la McLaren sui reali motivi dell'in-

cidente. Alonso alla vigilia di Sepang aveva negato che il

vento potesse aver avuto un ruolo nella faccenda («neanche

se fosse soffiato ai 100 all'ora...») e aveva puntato il dito su

un problema allo sterzo. Comunque il clima fra l'ex ferrarista

e il team era apparso tesissimo, tanto che qualcuno aveva ad-

dirittura parlato di una frattura già profonda fra Fernando e

Dennis. Due che notoriamente non si sono mai amati. «Non

c'è nessun problema fra il team e Alonso», ha provato a tron-

care Dennis. «Lui ha fornito la sua ricostruzione, noi abbiamo

fornito i dati, la storia è finita lì. Va tutto bene». Credibilis-

simo come al solito, no? Fernando ha risposto con un muro

di gomma anche a chi gli sottoponeva la diversa situazione

fra lui e il suo successore a Maranello Vettel: «Non sono invi-

dioso, perché io punto a vincere il titolo, e quest'anno co-

munque il Mondiale lo vincerà la Mercedes». Nessun

rimpianto per l'addio alla Ferrari proprio nel momento della

rinascita, insomma: anche qui la diplomazia, chiamiamola

così, ha davvero le gambe corte. Ma prima o poi Alonso

dovrà riflettere sulle tante scelte “fuori tempo” di una car-

riera che avrebbe potuto essere molto più gloriosa di quello

che è stata fino ad oggi.