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ranno più guai del genere». Un po' poco per placare l'ira di Chris
Horner. «Nessuno si aspettava di dover montare il terzo motore
(su quattro consentiti, ndr) già dopo tre gare, ma dobbiamo
prenderne atto anche se è molto frustrante sia per noi sia per la
Renault», ha sibilato il team principal in Cina. «Cosa prevedo per
il Bahrain? Andremo lì sperando di avere fortuna...».
Red Bull si ritira?
Horner dice di no
Una fumata nera come quella di Shanghai ovviamente non ha
contribuito a migliorare i rapporti, già tesissimi, fra la Red Bull
e il motorista francese. Secondo Horner le minacce di ritirarsi
dalla F.1 lanciate in settimana dal padrone della Red Bull, Die-
trisch Mateschitz, per bocca di Marko, sono da intendersi come
uno stimolo, ma l'impressione è che in Austria la pazienza stia
per esaurirsi. «Se a Viry intenderanno bene quelle parole, ca-
piranno che è un incoraggiamento a fare meglio il loro lavoro.
Alla Renault c'è tanta gente di valore, hanno un grande pas-
sato e sicuramente valgono più di quanto appare adesso. Si
tratta di vedere come sapranno reagire a questa situazione. La
Ferrari ha dimostrato che si può dare una svolta anche in tempi
brevi, spero che alla fine della stagione guarderemo a questo
momento come al punto più basso da cui tutti abbiamo saputo
ripartire». Ricciardo, che sorride un po' meno ma non si fa ab-
battere troppo, l'ha presa con filosofia. «Sono rassegnato al
fatto che in questa stagione dovrò subire delle penalizzazioni
per colpa del motore. Credo che come minimo ce ne daranno
una. La cosa positiva è che l'affidabilità sta migliorando, la mia
macchina oggi era okay». Ma Kvyat non la pensa allo stesso
modo.
Chris Horner
ed Helmut Marko
sconsolati nel box
Red Bull