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Quella porta sbattuta
in faccia all’educazione
“Malissimo”. La risposta di Damiano De Tommaso alla do-
manda di Enzo Cerrone al controllo-stop della Ronde è la-
pidaria e anche se il suo tempo, di appena due secondi e
nove superiore a quello realizzato dal leader di classe Mi-
chele Tassone, parrebbe indicare che tanto male non gli è
andata, ci potrebbe anche stare. Se il ragazzo del Team Aci
Italia non chiudesse il botta e risposta battendo la porta in
faccia al cronista che cura la diretta web voluta e organiz-
zata dalla federazione per dare un po' di visibilità a una
specialità che da questa parte delle Alpi ne ha ormai po-
chissima. Forse era solo deluso o forse è solo troppo ner-
voso, ma in ogni caso il gesto è stato brutto. E allora non
sarebbe male se ai corsi di inglese e di marketing i respon-
sabili del programma federale ne aggiungessero uno per
insegnare ai ragazzi selezionati come ci si deve comportare
fra persone civili.
Il buon senso
sempre più… remote
Un giorno qualcuno troverà il modo di spiegare che è
stato giusto fare così. Ma non è detto: chi fa e disfa nel
mondo piccolo del rallismo italiano è sempre meno por-
tato a rendere conto delle decisioni prese. Per ora, l'im-
pressione è che avere imposto agli organizzatori del
Sanremo di far solo transitare dal parco assistenza le vet-
ture dopo le prime due piesse del venerdì e dopo le
prime due del sabato sia stata l'ennesima colossale scioc-
chezza. Nel costringere piloti e copiloti a intervenire da
soli e solo con il materiale a bordo, sotto gli occhi dai ri-
spettivi meccanici trasformati in spettatori, in un “remote
service” piazzato a ridosso dei camion-officina non c'è
traccia di buonsenso. Quello che dovrebbe essere alla
base di ogni codice e codicillo.
Storie di usi
(e abusi) di potere
L'illustre personaggio entra deciso nel recinto che delimita
il remote service e va a scambiare qualche parola con un pi-
lota che pare gli stia molto a cuore. Non potrebbe farlo, la
zona è considerata parco chiuso e di conseguenza off li-
mits per tutti e vista la sua lunga militanza nell'ambiente
dovrebbe saperlo, ma dev'essere convinto che a lui tutto
sia permesso e non si cura delle regole. Sergio Maiga, pre-
sidente dell'Automobile Club Sanremo e da undici anni pa-
tron della gara, se ne accorge e fa l'unica cosa che può fare:
lo invita a uscire. L'uomo non ci sta, mostra il pass Fia che
ha al collo ed è un po' come pronunciare il classico “lei non
sa chi sono io”. Non è una scenetta edificante, a qualcuno
torna in mente una vecchia canzone di Battiato. Perché c'è
ancora chi pensa è proprio misera la vita negli abusi di po-
tere.
Claudio
Vallino