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INDYCAR

Gara a NOLA

Marco Cortesi

E' stata una gara strana quella dell'IndyCar Series al NOLA Park, nuovo

circuito nei dintorni di NewOrleans. Ma non si è trattato di un copione ati-

pico, dato che quando inizia a cadere la pioggia, sembra che la serie sca-

teni un cortocircuito che porta sempre a degli andamenti di corsa

improponibili. Senza nulla togliere a James Hinchcliffe, vincitore del se-

condo round della stagione 2015, la corsa è stata completamente falsata

dalle difficoltà della pista nel drenare l'acqua caduta in mattinata: nono-

stante si sia presto passati dalle wet alle slick, fuori dalla traiettoria le dif-

ficoltà erano evidenti, e in una serie dove la bagarre e le situazioni di

contatto fisico sono all'ordine del giorno, la situazione non è stata chiara-

mente ottimale. Alla fine, anche le posizioni alle spalle dell'alfiere di Sam

Schmidt sono state determinate dal tempismo nel secondo round di soste

prima di una neutralizzazione: Helio Castroneves, James Jakes e Simona

de Silvestro hanno chiuso la gara dal secondo al quarto posto. La sviz-

zera ha almeno regalato un gran sorpasso ai danni di Tony Kanaan. Bef-

fati Juan Pablo Montoya e Will Power, che si sono fermati appena dopo

l'ingresso della vettura di sicurezza. Ma a far sorgere le vere domande

sono le decisioni dell'organizzazione, a partire da quella di anticipare a

sorpresa lo start di un'ora. Troppa la paura di temporali.

Le strane scelte

degli organizzatori

Insomma, l'IndyCar si è trovata per la seconda volta consecutiva a dover

modificare il timetable e cancellare delle sessioni (come accaduto a St.

Petersburg) e ha offerto uno spettacolo poco consono. Prima la serie prin-

cipe per monoposto USA ha rinnegato la propria storia, mettendo ai mar-

gini gli ovali, poi ha lasciato tracciati altamente professionali, per quanto

datati, comeWatkins Glen, Road America, Laguna Seca per piste (soprat-

tutto cittadine) a volte un po' improvvisate. Certo, quando piove sugli

ovali non si corre, ma si sa già da prima, ed essendo realizzati a regola

d'arte si sa come reagire e come si comporterà l'asfalto. In caso, si pos-

sono anche asciugare. Ma forse è più comodo stendere una striscia

d'asfalto dove ci sono le giuste condizioni economiche e politiche, più

che la qualità possibile delle gare. I risultati continuano a vedersi, e dopo

la debacle della prospettata trasferta d'apertura in Brasile, si continua

sulla stessa china. Certo, c'è anche chi è felice, è il caso di Luca Filippi,

che si è regalato il proprio secondo piazzamento in top-10 e impressiona

per solidità nonostante il necessario percorso di apprendimento.

Simona De Silvestro

La pioggia ha pesantemente influito

sul fine settimana di New Orleans

Coletti e Kimball