66
INDYCAR
Gara a NOLA
Marco Cortesi
E' stata una gara strana quella dell'IndyCar Series al NOLA Park, nuovo
circuito nei dintorni di NewOrleans. Ma non si è trattato di un copione ati-
pico, dato che quando inizia a cadere la pioggia, sembra che la serie sca-
teni un cortocircuito che porta sempre a degli andamenti di corsa
improponibili. Senza nulla togliere a James Hinchcliffe, vincitore del se-
condo round della stagione 2015, la corsa è stata completamente falsata
dalle difficoltà della pista nel drenare l'acqua caduta in mattinata: nono-
stante si sia presto passati dalle wet alle slick, fuori dalla traiettoria le dif-
ficoltà erano evidenti, e in una serie dove la bagarre e le situazioni di
contatto fisico sono all'ordine del giorno, la situazione non è stata chiara-
mente ottimale. Alla fine, anche le posizioni alle spalle dell'alfiere di Sam
Schmidt sono state determinate dal tempismo nel secondo round di soste
prima di una neutralizzazione: Helio Castroneves, James Jakes e Simona
de Silvestro hanno chiuso la gara dal secondo al quarto posto. La sviz-
zera ha almeno regalato un gran sorpasso ai danni di Tony Kanaan. Bef-
fati Juan Pablo Montoya e Will Power, che si sono fermati appena dopo
l'ingresso della vettura di sicurezza. Ma a far sorgere le vere domande
sono le decisioni dell'organizzazione, a partire da quella di anticipare a
sorpresa lo start di un'ora. Troppa la paura di temporali.
Le strane scelte
degli organizzatori
Insomma, l'IndyCar si è trovata per la seconda volta consecutiva a dover
modificare il timetable e cancellare delle sessioni (come accaduto a St.
Petersburg) e ha offerto uno spettacolo poco consono. Prima la serie prin-
cipe per monoposto USA ha rinnegato la propria storia, mettendo ai mar-
gini gli ovali, poi ha lasciato tracciati altamente professionali, per quanto
datati, comeWatkins Glen, Road America, Laguna Seca per piste (soprat-
tutto cittadine) a volte un po' improvvisate. Certo, quando piove sugli
ovali non si corre, ma si sa già da prima, ed essendo realizzati a regola
d'arte si sa come reagire e come si comporterà l'asfalto. In caso, si pos-
sono anche asciugare. Ma forse è più comodo stendere una striscia
d'asfalto dove ci sono le giuste condizioni economiche e politiche, più
che la qualità possibile delle gare. I risultati continuano a vedersi, e dopo
la debacle della prospettata trasferta d'apertura in Brasile, si continua
sulla stessa china. Certo, c'è anche chi è felice, è il caso di Luca Filippi,
che si è regalato il proprio secondo piazzamento in top-10 e impressiona
per solidità nonostante il necessario percorso di apprendimento.
Simona De Silvestro
La pioggia ha pesantemente influito
sul fine settimana di New Orleans
Coletti e Kimball