Background Image
Previous Page  35 / 78 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 35 / 78 Next Page
Page Background

35

Carlo Baffi

Jarama 2 maggio 1976. James Hunt, al volante della McLaren

Ford-Cosworth, taglia vittorioso il traguardo del Gran Premio

di Spagna col pugno alzato. Si tratta della seconda vittoria per

il 29enne pilota britannico alla sua prima stagione con la scude-

ria inglese diretta dall’avvocato Teddy Mayer. Un personaggio

eccentrico Hunt, con l’aria da hippy, vuoi per i suoi lunghi ca-

pelli biondi incolti, che per la sua filosofia di vita godereccia,

dove le sigarette, l’alcol e le donne occupano un posto in prima

fila. Nonostante questo però, Hunt ha pure la fama del duro in

pista: deciso e combattivo, tanto da guadagnarsi l’appellativo

di “Hunt the shunt”, ovvero “Hunt, lo schianto”. E’ approdato

in McLaren per sostituire Emerson Fittipaldi, il due volte iridato

brasiliano che improvvisamente ha deciso di corre con una pro-

pria scuderia, la Copersucar. Ebbene, malgrado abbia avuto

poco tempo per prendere confidenza con la nuova monoposto,

tra gennaio e febbraio a Silverstone il tempo non è dei più cle-

menti, Hunt sigla subito la pole position nei primi due appun-

tamenti della stagione, in Brasile ed in Sud Africa, dove è

secondo alle spalle di Niki Lauda, il campione del mondo in ca-

rica, che al volante della Ferrari 312T sta dominando la scena.

A Jarama però, circuito alle porte di Madrid, che ha preso il

posto del pericoloso tracciato cittadino del Montjuich di Barcel-

lona, scende in pista la nuova vettura bianco rossa, il modello

M23, con cui il pilota di Sua Maestà stabilisce il miglior tempo

in qualifica. Un risultato che lo piazza davanti a Lauda, il quale

è anch’egli dotato di una nuova arma, la Ferrari 312T2.

Le McLaren M23

sono irregolari

L’austriaco non è però nelle condizioni fisiche ottimali. E’ re-

duce infatti da un brutto incidente con un trattore, occorsogli

pochi giorni prima nelòla sua villa di Salisburgo; un contrat-

tempo che gli ha provocato la frattura di due costole e non

poche critiche da parte di Enzo Ferrari. Al via, Lauda è il più

lesto di tutti e brucia Hunt alla prima curva, prendendo la testa

della gara. Al 32° giro però, l’inglese si rifà sotto e ripassa il

ferrarista, che qualche tornata dopo deve cedere il passo anche

a Jochen Mass, sull’altra McLaren; segno inequivocabile che la

M23 è competitiva, anche se Lauda, confesserà a fine gara, di

aver sofferto non poco per le fitte al torace. Al termine dei 75

passaggi, Hunt corona la sua cavalcata solitaria con la vittoria,

precedendo Lauda, tornato secondo dopo il ritiro di Jochen

Mass. Ma dopo la premiazione ed i complimenti ricevuti da Re

Juan Carlos, arriva il colpo di scena. La vettura del vincitore ri-

sulta irregolare alle verifiche e viene gioco forza squalificata.

La McLaren presenta una larghezza complessiva (misurata da

ruota a ruota posteriori) superiore di quasi 2 centimetri rispetto

a quella prevista dal nuovo regolamento, entrato in vigore pro-

prio in occasione della gara iberica. Una normativa introdotta

per aumentare i parametri di sicurezza e che prevede l’elimina-

zione del voluminoso airscope a periscopio, introducendo

un’altezza massima delle prese d’aria motore a 80 cm da terra.

Lo sbalzo posteriore viene ridotto a 80 cm, lo sbalzo anteriore

si riduce a 120 cm, la larghezza delle ruote viene limitata a

53cm, quella della monoposto a 215cm. Infine è previsto l’in-

serimento di un archetto di metallo all’interno del cruscotto,

per proteggere le mani dei piloti e l’introduzione di alcune li-

mitazioni nella sistemazione dei serbatoi dell’olio. Dunque pa-

recchie novità, che però scatenano fin da subito parecchie

discussioni, dal momento che emerge una certa carenza nei

controlli, forse perché i commissari non posseggono gli stru-

menti adeguati per attuare le verifiche del caso. I testimoni rac-

contano di situazioni paradossali.

Audetto minaccia

Mayer vince il ricorso

A poche ore dal via, i commissari rilevano che le McLaren mon-

tano tubi dell’olio sporgenti oltre le misure fissate dal regola-

mento e che i radiatori si trovano in una posizione irregolare.

Se su questo ultimo punto, qualunque decisione è rimandata a

giugno, sul primo la direzione gara ammette l’infrazione, ma

non se la sente di escludere dalla competizione le monoposto

inglesi, che non avrebbero nessun vantaggio dall’irregolarità.

Di fronte a questa decisione, la Ferrari reagisce e Daniele Au-

detto, direttore sportivo del Cavallino, si reca da Pierre Uge-

aux, presidente della CSI (la Commissione Sportiva

Internazionale della Federazione), minacciando di non schie-

rare le 312T2 di Lauda e Regazzoni. Ugeaux allora opta per un

compromesso che complica ulteriormente il tutto:” le McLa-

ren prenderanno il via, ma sono irregolari.” Una soluzione che

molto probabilmente porterà alle accurate verifiche post-gara

ed all’esclusione di Hunt. Sorte che tocca anche alla Ligier di

Jacques Laffite, che ammessa al via dopo esser stata ritenuta

“al limite”, s’è vista punire a causa dello sbalzo dell’alettone, di

83cm sulla parte sinistra e di 81,3cm su quella destra, quando

la normativa ha stabilito inderogabilmente la misura di 80cm.

La McLaren ovviamente non ci sta e per voce di Mayer annun-

cia ricorso, che ad agosto viene accolto e ribalta la situazione.

La Federazione trasforma la squalifica in multa e riporta Hunt

sul gradino più alto del podio.

Il pasticcio di

Brands Hatch

Un verdetto che fa infuriare la Ferrari, vittima di un’altra

beffa subita nel GP di Gran Bretagna. Occorre tornare al

18 luglio, quando la F.1 fa tappa a Brands Hatch. In pole

A due settimane dal GP di Spagna, prima tappa europea del mondiale 2015,

ripercorriamo quel che accadde nel lontano 1976 quando l’indimenticabile Hunt…