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IL GIALLO
c’è Lauda, accanto Hunt. Quando scatta la corsa, Regaz-
zoni è un fulmine, passa l’inglese, ma non riesce ad evitare
Niki in prossimità della prima curva. Le due 312T2 entrano
in contatto e ne scaturisce una carambola in cui sono coin-
volti pure Hunt e Laffite. I numerosi detriti e la presenza di
olio in pista, inducono la direzione gara a sospendere il
Gran Premio. A detta del regolamento, solo i piloti che
hanno concluso il giro in cui è stata esposta la bandiera
rossa, possono riprendere la corsa. E qui ha inizio una
nuova confusione regolamentare, perché viene deciso di
far ripartire anche i piloti che hanno le auto danneggiate.
Come? Lasciandogli utilizzare le vetture di scorta, o i mu-
letti. Intanto il tempo passa e nel frattempo, i meccanici
della McLaren riparano la vettura numero 11 di Hunt, per-
mettendogli di ripresentarsi in griglia. Si tratta però di
un’infrazione. Hunt non potrebbe riprendere la corsa, per-
ché al momento dell’esposizione della bandiera rossa non
è più in pista; è infatti uscito alla Bolton Bend ed ha rag-
giunto lentamente i box da un’entrata posteriore. Dunque
si riparte ed il Gran Premio viene vinto proprio da Hunt, da-
vanti a Lauda e Scheckter. Nel dopo gara però spuntano le
carte bollate. L’avvocato Luca di Montezemolo, presenta
per conto della Ferrari, di cui fino all’anno prima è stato il
direttore sportivo, un reclamo sulla base dell’articolo 23,
paragrafi B e F del regolamento internazionale. Azione che
viene intrapresa anche da Tyrrell e Copersucar. La direzione
gara però, rigetta il reclamo contro Hunt ed esclude dal-
l’ordine d’arrivo Regazzoni e Laffite, perché a detta dei
commissari non erano in marcia quando la corsa è stata fer-
mata.
Ferrari protesta e
non corre a Zeltweg
A salvare il pilota inglese della McLaren arrivano le parole
del discusso direttore di gara Dean Delomont, che dopo
aver ammesso di essersi trovato in pieno caos a seguito
dell’incidente, ha aggiunto che Hunt s’è rimesso in moto
dopo il botto, ma avendo la sospensione anteriore dan-
neggiata poteva procedere molto lentamente e che
giunto alla terza curva che immette nel rettilineo sul ver-
sante opposto ai box, ha visto sventolare le bandiere e ha
capito che la corsa era ferma e così ha deciso di recarsi ai
box senza completare il giro. Una versione avallata anche
dai commissari di percorso, secondo i quali, la McLaren n°
11 era “ still running”, come richiesto da regolamento. La
Ferrari annuncia, ovviamente il ricorso, ma la misura è
colma. Complice il drammatico incidente di Lauda, avve-
nuto nei primi giri del GP di Germania al Nurburgring il 1°
agosto, Enzo Ferrari matura la decisione di ritirare le pro-
prie monoposto dal mondiale. Alla base di questa deci-
sione tanto improvvisa, quanto clamorosa, non c’è
soltanto lo stato d’animo per le gravi condizioni del pro-
prio pilota, bensì anche l’amarezza per le “troppe carenze
organizzative” verificatesi a Jarama e a Brands Hatch. Con
Lauda fuori dai giochi, i due successi contestati di Hunt,
iniziano ad avere un certo peso nella lotta al titolo. Nel
suo duro comunicato, il Drake non risparmia nemmeno il
Presidente dell’Automobil Club d’Italia, nonché vicepresi-
dente della Federazione Internazionale Automobili, Carpi
de’ Resmini, accusandolo di non aver peso in campo inter-
nazionale e di non tutelare gli interessi della casa mode-
nese. Alla fine la questione rientrerà in parte. La Ferrari
salterà soltanto il Gran Premio d’Austria, con non poco di-
spiacere per il portafoglio dei promoter di Zeltweg, per
tornare in pista nel Gran Premio di Olanda a Zandvoort,
con il solo Regazzoni.
Il caso delle
benzine a Monza
Purtroppo i veleni saranno destinati a riaffiorare quasi su-
bito. In occasione del Gran Premio d’Italia a Monza, nella
gara che saluta il rientro di Lauda a poche settimane dal
terribile rogo, i piloti della McLaren si vedono annullare i
tempi realizzati nelle prove del sabato, così come John
Watson, pilota della Penske. Al termine delle qualifiche, i
tecnici della Snam-Agip (fornitore della Ferrari) prelevano
infatti dei campioni di benzina per controllare la confor-
mità ai criteri di regolamento, soprattutto dopo quanto ac-
caduto al GP d’Austria vinto da Watson, in cui si sono
avanzati sospetti circa le benzine utilizzate da alcuni team
tra cui Penske e McLaren. Ebbene, dopo i controlli, emer-
gerà che il carburante della Penske contiene 109 ottani,
mentre quello della McLaren 101,75, questo quando il re-
golamento sportivo vigente in Italia, stabilisce che non si
possono superare i 101 ottani. Scatta quindi l’ennesimo
provvedimento punitivo. Di conseguenza per Hunt, Mass
e Watson valgono soltanto i tempi del venerdì, giornata
condizionata dal maltempo. Della serie, piove sul bagnato.
Morale i tre “condannati”, partiranno dalle ultime due file
dello schieramento. Un colpo basso per Hunt, che si dice
vittima di un complotto e che medita persino di non cor-
rere la gara. A convincerlo sarà Mayer, ma il GP dell’inglese
durerà solo 11 tornate, prima di finire fuori pista alla Rog-
gia dopo un contatto con la Shadow di Tom Pryce. Il rien-
tro di Hunt ai box, si trasformerà in una Via Crucis,
bersagliato dagli insulti dei tifosi italiani presenti sul cir-
cuito. Una situazione che scalda ulteriormente gli animi
gettando benzina sul fuoco… è proprio il caso di dirlo. Di
fronte alle accuse secondo cui, la gara sottotono di Hunt è
da ricercare nella mancanza della benzina “truccata”,
Mayer replica sfidando chiunque a controllare il carburante
usato dalle sue monoposto e rispedendo al mittente ogni
attacco. Sulla questione monzese, verrà fatta luce qualche
tempo dopo, quando saranno rese pubbliche le dichiara-
zioni dei responsabili del controllo, che ammetteranno di
aver effettuato una lettura sbagliata del numero di ottani
presenti nella benzina fornita dalla Texaco, alla Penske ed
alla McLaren. Così come verrà fatto chiarimento sui fatti
del GP di Gran Bretagna, con la Federazione Internazio-
nale che il 24 settembre squalificherà Hunt, dando ragione
alle tesi espresse dalla Ferrari nel proprio reclamo. L’epi-
logo della guerra Ferrari-McLaren, avrà luogo un mese
dopo, il 24 ottobre in uno scenario da tregenda alle pendici
del monte Fuji, nel Gran Premio del Giappone. Anche in
quell’occasione non mancheranno i veleni, le polemiche ed
i colpi proibiti. Hunt sarà campione per un solo punto,
forse aiutato negli ultimi giri dalla scarsa velleità di alcuni
concorrenti, ma questa è un’altra storia.