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Marco Cortesi
Lo Stewart-Haas Racing sembra essere ancora padrone della
NASCAR. Questa la situazione che si evince dalle prime gare
della stagione "normale" dopo la 500 Miglia di Daytona. No-
nostante l'alternanza di vincitori sia stata quella che la serie
normalmente propone, solo una scuderia è stata in grado di
poter essere sempre e costantemente in lotta per la vittoria. Lo
dicevano le prestazioni di Kevin Harvick, e l'ha detto la vittoria,
nel nono round della Sprint Cup, di Kurt Busch. Il campione ca-
liforniano non ha dalla sua solo i due successi conquistati. In
una serie in cui alla fine conterà chiudere le gare più in alto pos-
sibile in graduatoria, Harvick è sempre "a tiro" della prima po-
sizione. Qualunque siano le condizioni della pista, qualunque
cosa (o quasi) succeda attorno a lui, incidenti a parte. Il lavoro
del team di Tony Stewart e Gene Haas è stato fenomenale.
Con la sapiente guida di Greg Zipadelli, si è riusciti a mettere
insieme un gruppo così solido da ricordare quello della prima
ora tra Jimmie Johnson e Chad Knaus. E a dimostrare l'effica-
cia del modello di lavoro è il fatto che anche Busch stia chiara-
mente arrivando.
Non solo cronaca
nera per Busch
Già lo scorso anno, il pilota di Las Vegas è entrato in Chase For
The Cup, ma piano piano, nelle poche apparizioni 2015, ha non
solo messo a referto prestazioni ottime in senso assoluto. Ha
potuto beneficiare di un costante miglioramento in termini di
set-up. Qualche volta, patisce ancora i rapidi cambiamenti cli-
matici o di grip che possono portare in un batter d'occhio dalla
top-5 alle retrovie, ma lo sviluppo sta maturando anche sulla
Chevrolet numero 41. Dopo le brutte esperienze di inizio anno,
con l'ordine restrittivo per presunte violenze sull'ex fidanzata
e la sospensione da parte della NASCAR, Busch vuole che si
torni a parlare delle sue qualità in gara. E Haas, che l'aveva as-
sunto con l'obiettivo di portare al successo i colori aziendali
(cosa mai riuscita in precedenza) si gode il secondo accesso in
Chase For The Cup consecutivo. Oltre al ruolo di favorito.
Chissà cosa ne pensa Rick Hendrick: nonostante le due vittorie
di Jimmie Johnson, non può contare, al momento, su una si-
tuazione altrettanto solida. I suoi piloti hanno avuto esperienze
più altalenanti, e la gestione delle gomme è rimasta, anche se
meno del 2014, un problema. Comunque, Harvick, Busch o
Johnson, davanti c'è sempre un motore Chevy costruito dal
gruppo Hendrick. Poteva andare peggio.
Ford ringrazia Penske
Toyota vince con Gibbs
Due successi sono anche arrivati per Ford e Toyota. Nel primo
caso, il team Penske continua ad essere punto di riferimento
unico, a causa dei continui KO del Roush-Fenway Racing. Joey
Logano e Brad Keselowski sono le ancore dell'ovale blu, e
avrebbero forse bisogno di più aiuto. Al Joe Gibbs Racing,
dopo un inizio zoppicante, hanno timbrato il cartellino Matt
Kenseth e Denny Hamlin, due che hanno il passo e la capacità
di star fuori dai guai necessari per giocarsela fino alla fine.