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GT ITALIA

Davide Mazzoleni

Marco Cortesi

E' in un piccolo capannone della provincia bergamasca che ha

sede il team Ombra. Diretta da Davide Mazzoleni, la piccola

scuderia è pronta ad una nuova stagione, che avrà come pro-

gramma principale quello nel Campionato Italiano GT con una

Ferrari 458 Italia per Matteo Beretta ed Alex Frassineti. Ma la

passione non è limitata al GT o ai tempi moderni come scopri-

remo…

Avrete una macchina sola quest'anno, nel GT Italiano, con

una coppia di piloti sulla carta ben assortita. Cosa vi aspet-

tate?

"Siamo fiduciosi di poter fare un buon lavoro. I test sono andati

bene, anche se abbiamo avuto una piccola uscita di pista al Mu-

gello, abbiamo due piloti di grande qualità oltre al nostro inge-

gnere Alberto Guffanti, che ha fatto un ottimo lavoro. Grazie

ad una situazione positiva dal punto di vista aziendale, siamo

stati in grado di pianificare la stagione con un po' più di tran-

quillità dal punto di vista economico. Anche se siamo piccoli,

abbiamo fatto le cose per bene e speriamo di portare a casa

buoni risultati".

Qual è il segreto per una squadra relativamente piccola come

la vostra che si contrappone a realtà più consistenti in termini

numerici?

"Ho due soci, Matteo Quadri e Gianfranco Colleoni, e ci siamo

divisi i compiti in maniera equa. Il segreto è proprio quello.

Ogni tanto facciamo dei summit che vanno avanti fino a notte

fonda, ma ognuno ha il suo ambito da curare. Inoltre, i nostri

meccanici sono tutti con noi da molto tempo e sanno muoversi,

il gruppo è affiatato, e ci concentriamo nell'ottimizzare ogni

dettaglio".

Ma cosa ti piace di più, oggi come oggi, tra formule e GT?

"Per questione di formazione ho sempre amato le formule,

anche se c'è da considerare che quelli a ruote scoperte sono

ormai sono tutti campionati monomarca, in cui c'è pochissima

possibilità di movimento. Invece, mi piace il Gran Turismo per-

ché c'è tanta varietà. Ci sono macchine diverse e un po' più di

creatività. Inoltre, per vincere bisogna andare oltre alla perfor-

mance puramente esplosiva. C'è da gestire la vettura lungo

l'arco della corsa, e ci sono più margini per pianificare una stra-

tegia".

Qual è secondo te la caratteristica che un pilota GT deve avere

arrivando dalle ruote scoperte?

"Non sono vetture impegnative come le formule, sicuramente

dal punto di vista fisico, ma anche da quello delle reazioni. In-

fatti i piloti che fanno il salto la prima volta si stupiscono di es-

sere loro a dover aspettare la macchina. Viceversa, occorre la

capacità di guidarla nei suoi limiti. In altre parole il pilota deve

spingere senza però forzarla a fare quello che non è program-

mata per fare".