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GP SPAGNA
Ferrari
Massimo Costa
Un podio che regala soddisfazione quello di Sebastian Vettel,
ma non troppa. Un po’ come quel calciatore che, passato alla
storia, disse “sono d’accordo a metà col mister”. Eh sì, per-
ché se nei primi giri Vettel era riuscito con un guizzo dei suoi
a mettersi dietro Lewis Hamilton occupando la seconda po-
sizione a lungo, fino al 40° giro e superato solo ai box, nel fi-
nale è poi stato molto diverso. Vettel, andato per le due soste
contro le tre di Hamilton (piano B per lui dopo che si trovava
dietro alla Ferrari), non è riuscito a contrastare la velocità del
britannico. Con le gomme dure Vettel, e anche Kimi Raikko-
nen, che non ha usato fin dal sabato il nuovo pacchetto aero-
dinamico, ha sofferto lasciando ad Hamilton preziosissimi
secondi. Non ce n’era proprio. Difficile dire se per Vettel
fosse stato meglio adeguarsi alle tre soste come il campione
del mondo. Sebastian non ne è convinto: “La cosa migliore
per noi era quella di restare in pista con la strategia impo-
stata dall’inizio. Mi sono mancati due, tre secondi persi nel
traffico per uscire davanti a Hamilton”. Vettel rimpiange il
momento in cui si è trovato davanti dei doppiati, che pure gli
hanno dato strada, non ostacolandolo troppo, ma è onesto
nell’ammettere che anche se si fosse nuovamente trovati da-
vanti alla Mercedes “sarebbe stata dura tenerla dietro visto
come andava alla fine”. E Maurizo Arrivabene, ha aggiunto
senza ombre che “se avessimo fatto tre soste come Hamil-
ton avremmo perso anche il terzo posto”. Vettel è al quarto
podio su cinque gare disputate, una vittoria e tre terzi posti,
e conta 80 punti contro i 91 di Nico Rosberg e i 111 di Hamil-
ton. L’ottimismo di Vettel forse deriva dal fatto che a Monte
Carlo lui ha sempre fatto la differenza e con una monoposto
competitiva può seriamente mettere in crisi le due Mercedes.
Si sa che chi parte davanti nel Principato difficilmente perde
il GP se non commette un errore o si verifica un problema
tecnico. Per quanto riguarda Raikkonen, la scelta di mante-
nersi sulla “vecchia” aerodinamica è apparsa certamente stra-
vagante, ma motivata da una certa difficoltà del finlandese
incontrata nelle libere, con la macchina che gli scivolava in
continuazione. Il quinto posto finale, spettacolare il suo primo
giro aggressivo, non è il massimo dopo il secondo posto del
Bahrain, ma Kimi non era “nero” alla bandiera a scacchi. Sa
che si sta lavorando duro per trovare la giusta direzione e che
Valtteri Bottas non ha potuto superarlo per le turbolenze che
si creano quando si tenta di prendere la scia di una vettura
che mediamente gira come la tua. E anche lui rimanda tutti a
Monaco.