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Caos
calmo
Il modo in cui Hamilton ha reagito alla sconfitta è stato
degno di copione cinematografico, fra esasperate
lentezze, sguardi vuoti, e una lucidissima calma nel
gestire le interviste. Il nuovo Hamilton ha capito che la
vendetta è un piatto da consumare freddo
Stefano Semeraro
Una furia immobile, ad un caos calmo di sensa-
zioni terribili. Distillate in attimi senza fine, quelli
che sono passati fra il suo arrivo nella pit-lane e
l'apparizione quasi surreale sul palco. Lewis Ha-
milton la vittoria se la sentiva in tasca, l'aveva già
assaporata nei giorni prima della gara con la sua
prima pole a Monte-Carlo e poi per quasi tutto il
Gran Premio, corso in testa nella noia generale
(degli spettatori) fino al botto di Max Verstappen
che ha innescato il capitombolo del muretto Mer-
cedes. Perderla così gli ha scatenato dentro una
fusione fredda. Perché è a quella temperatura che
vanno consumate le vendette e anche vissute le
grandi delusioni. Rallentando, quasi immobilizzan-
dosi, per analizzare, trattenere la rabbia, riflet-
tere. Far capire a chi ti ha “tradito” che la
punizione arriverà, eccome se arriverà. E sarà tre-
menda: il frutto di una mente lucida, non di un
cervello impazzito per la delusione.