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Mosca passa l’esame
della Piazza Rossa
Stupenda cornice, tracciato promosso. Lungo 2.29 chilometri, il
percorso è sembrato uno dei più interessanti della stagione a li-
vello di guida. Dario Franchitti, oggi reporter e ambasciatore della
serie, dopo un breve run dimostrativo si è sbilanciato in un para-
gone con Macao. L’ex stella della IndyCar, sulle ali dell'euforia,
forse ha un po' esagerato, ma il giudizio rimane positivo. Lo testi-
moniano anche le battaglie nelle retrovie, in certi casi persino
troppo accese. Il più contento per la riuscita dell'ePrix russo è stato
senza dubbio il patron Alejandro Agag, che appena arrivato aveva
già dichiarato: “Vogliamo essere a Mosca per i prossimi 25 anni”.
Curiosa la vicinanza
con il WTCC
È curioso come, nello stesso weekend, due campionati FIA ab-
biano corso a distanza così ridotta. Al Moscow Raceway, situato
a circa 100 chilometri dalla capitale, era infatti di scena il WTCC.
Qualche volto noto della categoria, come Tom Coronel, alla vigi-
lia era persino nella Piazza Rossa come visitatore, dopo aver par-
tecipato alla conferenza stampa del Mondiale Turismo. Vero che
l’evento della Formula E, da prassi, si è svolto tutto al sabato, e le
manches del WTCC si sono disputate domenica, ma c'era il forte
rischio di una concorrenza indesiderata. In ogni caso, durante la
corsa le tribune della Formula E sono apparse gremite come sem-
pre. Peraltro, Mosca è stata inserita in calendario solo a febbraio:
facile immaginare che ci sia stato poco margine di manovra per
evitare la concomitanza. Di sicuro, Agag non poteva farsi sfuggire
l’occasione di portare la serie elettrica in un mercato tanto impor-
tante.
FORMULA E
Gara a Mosca
Piquet scappa
Di Grassi deve inseguire
La gara moscovita, appunto, ha mostrato un autoritario Piquet Jr.
Il carioca si è subito portato al comando, rifacendosi della pole
sfumata in qualifica, e lì è rimasto fino al termine. Una marcia im-
peccabile. Nel finale si è avvicinato il connazionale Di Grassi, che
aveva conservato un po' di carica in più, ma non ha potuto for-
zare per un surriscaldamento. Sull'alfiere Audi Abt pesa come un
macigno la squalifica di Berlino, che gli ha negato il successo. Di
Grassi se ne è ancora lamentato, tuttavia dovrebbe arrabbiarsi
con la squadra: l'ingenuità commessa in Germania, pur poco in-
fluente, rimane comunque un'infrazione.
Buemi sfortunato
Vergne spreca la pole
Ha ben più da rammaricarsi Buemi, che aveva cominciato con il
piede giusto nei due turni di prove libere. Lo svizzero ha soste-
nuto di essere stato rallentato in qualifica da Alguersuari. Disa-
stroso il suo cambio macchina in gara: incredibilmente, gli uomini
della e.dams Renault hanno calcolato male il tempo minimo di
sosta (68 secondi invece di 58), perdendo terreno preziosissimo.
Senza questo errore, Buemi avrebbe magari potuto insidiare Pi-
quet e Di Grassi, invece all'ultima tornata ha dovuto fare a spallate
con Jean-Eric Vergne per la terza piazza. A dir la verità l'elvetico,
temendo una penalità, aveva cercato di ridare strada al rivale, il
quale a corto di batteria si è però visto scavalcare da Nick Heid-
feld che sopraggiungeva. Più tardi, la doccia fredda. I commissari
hanno punito Buemi di 29" (pari a un drive-through) per l'unsafe
release in uscita dal pit-stop, in cui aveva sfiorato il contatto con
lo stesso Heidfeld. Il tedesco ha ereditato il podio, l'ex Toro Rosso
F1 è retrocesso in nona piazza perdendo altri punti. A posteriori
la gaffe ai box è costata persino più cara. E non è andata affatto
giù ad Alain Prost, co-titolare della scuderia. Parziale consolazione
per Buemi, i due punti soffiati a Vergne per il giro più veloce, san-
zionato a sua volta per un taglio di chicane. Proprio il francese di
Andretti è stato autore della terza pole personale, confermandosi
molto competitivo sulla prestazione secca, meno nella gestione
dell’energia. Superato al via da Piquet, Vergne ha tenuto a bada
Di Grassi fino al cambio macchina. Poi il crollo finale.
Italiani a secco
buon debutto di Wilson
Bilancio amaro per i colori italiani. Jarno Trulli ha lottato in top 10,
ma in chiusura è stato tamponato da Loic Duval, ritirandosi. Per
l'abruzzese, anche la beffa di dover arretrare di cinque caselle in
griglia a Londra, per un taglio compiuto in bagarre con Antonio
Felix Da Costa che non ha avuto parole tenere per l’ex F.1 della
Toyota. Peggio è andata a Vitantonio Liuzzi, sempre in ombra.
Buono, al contrario, l'esordio di Justin Wilson. Il britannico, sosti-
tuto di Scott Speed nel teamAndretti, si è subito ambientato sfrut-
tando l'esperienza sui circuiti cittadini maturata in tanti anni di
Champ Car e IndyCar. Grazie al crash fra Trulli e Duval, ha conqui-
stato un punticino.
L'incredibile location
del tracciato di Mosca