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WTCC
Gare a Mosca
Ribeiro a
gamba tesa
Dario Sala
Foto: Photo 4
Rinnovamento. Sembra essere questa la parola d’ordine che
regna nel WTCC da qualche tempo a questa parte. Una ristrut-
turazione partita con l’adozione del regolamento TC1, prose-
guita con la dipartita di Marcello Lotti e del suo staff ed ora con
un parco piloti diverso da quello con il quale si era iniziato. In-
terpellato da Italiaracing qualche tempo fa, François Ribeiro,
deus ex machina del mondiale, punzecchiato sul fatto che il
WTCC non fosse capace di attirare piloti giovani come ad esem-
pio il DTM, aveva risposto che a breve ci sarebbero state delle
novità. Riconosceva il problema ed era sicuro che in breve
tempo le cose sarebbero cambiate. Una questione che deve
aver preso a cuore visto che personalmente ha speso parole
non troppo simpatiche nei confronti di James Thompson e Mi-
khail Kozlovskiy. Pubblicamente ha anche dichiarato di essere
andato personalmente alla Lada chiedendo quanto costava e
cosa portava Thompson alla squadra o quanto fosse utile il pi-
lota russo. Frasi ribadite nella conferenza stampa che ha prece-
duto l’evento di Mosca dove il nuovo “Lidèr Maximo” ha detto
che il WTCC è un campionato mondiale di alto livello dove avere
venti anni di esperienza ed essere russi non è garanzia di nulla.
Non solo. Preso dalla smania di rinnovamento ha personal-
mente invitato l’argentino Néstor Girolami ad un test con la
Lada, salvo poi scoprire che il pilota ha già due contratti per
correre nel suo Paese e che per il 2015 è inamovibile se non per
qualche gara. La Lada poi, si è prestata ad un gioco non tanto
carino nei confronti dei due piloti messi sotto contratto che non
la fa certo apparire come team dalle idee chiare. Su una cosa Ri-
beiro ha però ragione. Il rinnovamento nel WTCC è necessario
se si vuole uscire dalla nomea di cimitero per elefanti che si
porta appresso. Non è usuale avere piloti che vanno da 40 a 50
anni (con tutto il rispetto ovviamente). Tutto questo è vero, ve-
rissimo. Ma non è così che si cambia il volto ad un campionato.
Lo si fa rendendolo attraente presso gli stessi piloti, usando
l’abilità per attirare nuovi costruttori e avere macchine credibili
sullo schieramento. Appunto come fanno DTM o WEC. Così si
evitano malumori o dichiarazioni come quelle di Yvan Muller
che, dopo la pole, ha sottolineato che i vecchi non sono ancora
finiti. Non si sbandiera ai quattro venti quanto un pilota sia
scarso. Pensiamo che ogni promoter dica la sua opinione sui pi-
loti. Crediamo che ognuno di questi personaggi gradisca o
meno certi personaggi e che si muova affinché trovino o meno
posto. Ma tra il dirlo nella stretta cerchia degli addetti ai lavori
e alla stampa c’è una bella differenza. La stessa che passa fra chi
ha classe ed è concreto e chi invece si muove goffamente ed in
maniera chiassosa con il solo scopo di farsi notare.
La vigilia della tappa russa, che ha segnato le vittorie
di Muller e Monteiro, è stata contraddistinta dalle insolite
dichiarazioni dell’organizzatore del campionato che ha
criticato la presenza nella serie di piloti di una certa età e,
soprattutto, ha fatto di tutto per cambiare i driver della Lada