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Il nuovo

che avanza

La prova di Toronto ha regalato una inaspettata

doppietta al modesto CFH Racing, con Newgarden e

Filippi bravi e perspicaci nell'interpretare al meglio

le mutevoli condizioni di gara. Un altra occasione

persa per i piloti Penske, sempre più coinvolti nella

lotta interna, per allungare in campionato

Silvano Taormina

L'IndyCar, spesso e volentieri, offre delle belle storie da raccontare. Perché si sa, in Ame-

rica i sogni talvolta si realizzano. Quella del CFH Racing è una di queste storie. Una com-

pagine giovane e dinamica, nata dall'unione di forze e soprattutto di ambizioni di due piloti,

Ed Carpenter e Sarah Fisher, che una volta passati dall'altra parte del muretto si sono af-

facciati con umiltà e sacrificio nella più competitiva delle serie americane per monoposto

nelle vesti di team-principal. Fino alla fusione annunciata lo scorso anno, con il supporto del-

l'appassionato petroliere Wink Hartman che ne condivide la proprietà. Una sfida non facile

per una piccola compagine, in una categoria che propone colossi dal palmares e dal por-

tafogli pesante quali Penske, Andretti e Ganassi. Nomi che negli ultimi decenni hanno

scritto la storia del motorsport a stelle e strisce. La Fisher ha portato in dote Josef New-

garden, il più promettente tra i giovani piloti americani e già vincitore a Barber. Carpenter

ha portato in dote se stesso, dato che sugli ovali non ha nulla da invidiare alle star dei top-

team, e puntato su Luca Filippi, il giusto mix di esperienza e velocità per brillare sugli stra-

dali. Il percorso di crescita del CFH Racing è ancora in pieno sviluppo e ad exploit sempre

più frequenti come quelli di Toronto a volte si alternano giornate meno brillanti. Il sentiero

imboccato, però, sembra quello giusto e l'impressione è quella che, da qui a fine anno, ri-

troveremo questi nomi sempre più spesso nelle zone alte della classifica.