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LMP2

Il punto

Silvano Taormina

Nella recente 24 Ore di Le Mans tutti gli occhi erano puntati sulla

sfida al vertice tra Audi, Porsche e Toyota, vero e proprio leit-

motiv di questa edizione 2015 insieme al debutto della nuova

Nissan GT-R a trazione anteriore. Non da meno, però, è stato lo

spettacolo offerto dalla classe LMP2 che, nonostante il dominio

del team KCMG, ha garantito un confronto non privo di spunti di

interesse tra le varie compagini al via. Senza contare che, forte

delle diciannove vetture iscritte, ha rappresentato la classe più

corposa nella maratona della Sarthe. Proprio la classe LMP2, più

delle altre, negli ultimi mesi è stata oggetto di discussioni tra or-

ganizzatori e costruttori in vista del nuovo regolamento tecnico

che entrerà in vigore nel 2017. Obiettivi principali: riduzione dei

costi e incremento delle prestazioni. Relativamente al primo, i

budget per una stagione dovranno essere inferiori del 30% per il

telaio (circa 480.000 euro senza motore ed elettronica) e del 10%

per i ricambi, oltre all'utilizzo di varie componenti comuni. Per

quanto riguarda le prestazioni, i propulsori potranno avere 50 ca-

valli in più che garantiranno velocità superiori di 10 km/h nella

media sul giro. Inoltre saranno ammesse solo vetture coupé, con

una larghezza massima di 1900 mm e un peso non superiore a

940 kg, in grado di garantire misure di sicurezza come i pannelli

anti-intrusione in zylon.

La diatriba tra

ACO e IMSA

La LMP2, a differenza della sorella maggiore LMP1 che vede i

costruttori impegnati in una sfida tecnologica dove i sistemi

ibridi di recupero dell'energia giocano un ruolo cardine, pro-

pone vetture più "tradizionali" e, oltre a rappresentare un

trampolino di lancio per coloro che puntano ad un sedile uffi-

ciale nella classe regina, vede la sfida tra diverse compagini pri-

vate altamente professionali. Al momento è la categoria top

nella USCC, insieme ai Daytona Prototype che spariranno al

termine del 2016, nell'Elms e nell'Asian Le Mans Series. Se da

una parte queste ultime due, in quanto a concept e bacino

d'utenza vanno a braccetto con il FIA WEC, dall'altra è nata

una diatriba tra l'ACO che patrocina il Mondiale e gli organiz-

zatori nordamericani del IMSA. Pur perseguendo gli obiettivi ci-

tati in precedenza, sono emersi pareri discordanti per quanto

riguarda il numero di costruttori di telai e motoristi ammessi al

via. Fortunatamente, dopo vari batti e ribatti, si è giunti ad un

compromesso in grado di soddisfare entrambe le parti e la-

sciare aperte le porte della 24 Ore di Le Mans anche agli abi-

tuali protagonisti della serie statunitense.

Quattro costruttori

in Europa e Asia

In Europa, così come in Asia, l'ACO ha deciso di perseguire

l'abbattimento dei costi ammettendo solo quattro costruttori

di telai (di cui almeno uno statunitense). Al momento, tra coloro

che hanno avanzato la propria candidatura, figurano Oreca,

Onroak (Ligier), Gibson, BR Engineering (SMP), Riley, Multima-

tic, HPD, Wolf e Ginetta. Il perché di questa presa di posizione?

Innanzitutto scongiurare che un singolo costruttore, pur rispet-

tando i regolamenti, possa mortificare lo spirito competitivo

della categoria grazie ad un know-how e a risorse economiche

maggiori. Situazione già vissuta una decina di anni addietro con

la Porsche RS Spyder. In secondo luogo si vuole far sì che i co-

struttori possano produrre un numero maggiore di prototipi

da destinare ai clienti, e quindi ammortizzare i costi di proget-

tazione e sviluppo, piuttosto che scendere in campo esclusiva-

mente con uno o, al massimo, due team. Ne sono un esempio

BR Engineering (SMP Racing) e Strakka, i quali gestiscono in

prima persona i propri telai senza destinarli ai privati. Sempre

in tema di riduzione dei costi, l'altra novità più importante dei

regolamenti 2017 sarà l'introduzione del regime di mono-for-

nitura per i motori. Dopo varie discussioni si è deciso di optare

per un V8 aspirato normalmente in linea con il concept Global