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GP UNGHERIA
Mercedes
Stefano Semeraro
Se Hamilton piange, la Mercedes e Nico Rosberg non ridono.
Anzi. Si mordono le mani e imprecano. Il team per le decisioni
sbagliate (vedi taratura della frizione), sia tecniche sia strategi-
che, il driver tedesco per «l'inspiegabile» divario rimediato in
qualifica (più di mezzo secondo dal compagno di squadra) e
per l'occasione persa di mordere una gara che Hamilton aveva
deciso di perdere da solo e di ritornare in testa al Mondiale.
Virtualmente ci è anche stato, per qualche giro, dopo la ripar-
tenza dietro la safety car, quando era salito in seconda posi-
zione mentre Lewis si era appena fatto harakiri per la seconda
volta scivolando in 13a posizione. Una scelta folle nel pit-stop
deciso con l'ingresso della safety car – quella di montare
gomme medie contro le soft di Ricciardo e Vettel, che gli
hanno impedito di battersi con il ferrarista e lo hanno espo-
sto agli attacchi del driver della Red Bull – e il contatto con
l'australiano nel finale invece gli sono costati cari: da +1 a -21
nei confronti del rivale-compagno di squadra, e tanta bile da
digerire. Il vero sconfitto dell' Hungaroring è lui, che ancora
una volta si è dimostrato forse un po' indeciso, poco grin-
toso, a disagio probabilmente anche per un set-up che nel
settore centrale gli regalava molto sottosterzo. Un concorso
di colpa, comunque, visto che nel momento in cui si poteva
cambiare rotta è stato il team a dimostrarsi poco rapido. «In
quel momento la nostra scelta era di continuare con le me-
dium, perché mancavano 28 giri al termine e per le soft erano
troppi. Quando però è stata chiamata la virtual safety car –
svela Toto Wolff – avremmo potuto decidere di sostituire le
medium con le soft. Ma le soft non erano pronte».
Una dinamica confermata da Rosberg: «quando mi hanno
detto di rientrare ero all'ingresso della pit-lane, così quando
sono arrivato al box non avevano avuto tempo di preparare
le soft». Erroraccio da matita blu. Così al restart Ricciardo,
che aveva preferito le coperture più performanti, ha potuto
avvicinarsi e tentare un assalto finale all'arma bianca. Un sor-
passo decisamente azzardato nella concezione, anche se i
commissari non hanno ritenuto di doverlo punire. «Dal mio
punto di vista ho tenuto giustamente la posizione: lui era en-
trato troppo veloce, e all'uscita della curva la sua ala era
troppo vicina alla mia gomma posteriore, che infatti è stata
tagliata. Lo sport può essere crudele a volte, oggi avevo la
chance di recuperare punti a Lewis quindi sono davvero de-
luso».
Pit stop fatale
per Nico Rosberg