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Stefano Semeraro

Alla vigilia della gara Fernando Alonso si era espresso amara-

mente nei confronti del Circus. «Senza più test, con tante limi-

tazioni e questo calendario, forse varrebbe la pena dedicarsi ad

altre categorie», aveva detto, probabilmente pensando alla 24

Ore di Le Mans che per ora rimane ancora un amore proibito

(dalla McLaren). «Un tempo c'era più liberta e quindi si pote-

vano sviluppare le vetture. Per come funziona ora la Mercedes

vincerà tutte le gare, e la Manor arriverà sempre ultima. Pre-

sentarsi ai primi test dell'anno in Spagna è come buttare una

moneta in aria: se sei competitivo lì avrai una buona an-

nata, altrimenti devi rassegnarti per tutta la stagione».

Amarezza e disincanto. In pista però, sfruttando le

chance che gli hanno offerto un Gp da delirio e i tanti

errori dei suoi avversari, l'asturiano ha dimostrato di

avere ancora grinta da vendere. Battagliando con

lo sfortunato Sainz – poi costretto al ritiro – in

un duello nazional-generazionale molto sfi-

zioso, e credendoci sempre, tanto da

portare la sua McLaren al quinto

posto finale (mentre Button, che non

ha montato le soft dopo il restart do-

vuto alla safety car, ha chiuso nono). Un

passo avanti, soprattutto in termini di fi-

ducia, che ha portato il team di Woking a

cinque punti di distacco dalla Sauber. «Questo

quinto posto è un regalo per tutta la squadra, perché

adesso sappiamo di non essere competitivi. Sapevamo di poter

fare meglio che altrove a Monaco, qui e a Singapore, e stavolta

siamo riusciti a massimizzare il risultato. E' stata una corsa cao-

tica, ma il team ha dato il meglio lavorando ventiquattro ore al

giorno per rendere la macchina più performante, questi dieci

punti fanno bene al morale di tutti».