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BLANCPAIN GT SERIES

24 Ore di Spa

Massimo Costa

Lo hanno inseguito per anni, finalmente ci sono riusciti. Il team

Marc VDS ha centrato la vittoria nella 24 Ore di Spa e ce l’ha

fatta con l’equipaggio che aveva meno credenziali per riuscirvi,

composto dal bravo gentleman Markus Palttala, dal veloce ma

ancora senza successi internazionali di rilievo Nicky Catsburg e

col vero numero uno dell’equipaggio, Lucas Luhr, già due volte

vincitore della 24 Ore del Nurburgring, secondo lo scorso anno

proprio a Spa e pluri campione American Le Mans Series. Non

hanno fatto cose incredibili i tre vincitor, ma hanno puntato

sulla regolarità contando sul fatto di avere tra le mani una BMW

velocissima ed affidabile e un team esperto che sa gestire al

meglio ogni situazione. Marc Van der Straeten, da cui Marc

VDS, è il nipote del conte Rodolphe che creò negli anni Ses-

santa la VDS Racing. Famiglia belga ricca, che basa le sue for-

tune in quanto da sempre forte azionista della Stella Artois.

Bas Leinders, che dirige le operazioni dai box, è invece un ex

pilota di 40 anni che ha corso con Marc VDS e da un decennio

è stato protagonista di ogni tipo di corsa Gran Turismo men-

tre prima se la cavava egregiamente con le monoposto tanto

da disputare un intero anno di prove libere del venerdì in F.1,

il 2004, con la Minardi. Insomma, tutti gli ingredienti per far

bene c’erano anche perché il Marc VDS conta sull’appoggio

quasi ufficiale della BMW. Jens Marquardt, gran capo del Mo-

torsport della Casa di Monaco di Baviera, lo ha chiaramente

detto che contavano molto sul team belga per battere Audi e

Mercedes.

Mercedes by night

Il ritiro di Werner

L’equipaggio di punta si era messo in luce fin dalla qualifica

con Maxime Martin autore della pole, ma naufragato in Super

Pole. Poco male. Martin con Augusto Farfus e Dirk Werner

hanno recuperato bene nelle prime difficili fasi di gara contrad-

distinte dalla pioggia, dalle safety-car e dalle strategie dei box

difficili da impostare perché bastava un nulla per ritrovarsi bloc-

cati in pit-lane con il semaforo rosso aspettando il passaggio

della SC. Situazione che, per esempio, ha fatto perdere tempo

prezioso alla BMW Z4 di Spengler-Glock-Zanardi e di molti altri,

tra cui Bruni-Pierguidi-Lauthoras-Lemeret. Al mattino, Martin-

Farfus-Werner erano passati con decisione al comando della

corsa quando la Mercedes SLS di Bastian-Dusseldorp-Junca-

della, che aveva trascorso tutta la notte in prima posizione, si

è dovuta fermare ai box per cambiare tutte le pastiglie dei

freni. L’operazione ha richiesto parecchio tempo e la Merce-

des del team Rowe è scivolata in terza posizione senza più dare

l’impressione di poter raggiungere il vertice. Alle 10.48 però,

il colpo di scena con Werner che si è ritrovato le gomme poste-

riori bloccate per un problema alla trasmissione. Testacoda ine-

vitabile alla curva Bruxelles e mesto ritiro.

L’attacco di Catsburg

La resa delle Audi

In quel momento si è ritrovata prima l’Audi WRT del poleman

Frank Stippler, di Nico Muller e di Stephane Ortelli. Il francese,

al volante, non è però stato in grado di contenere l’immediato

assalto di Catsburg. Per due giri hanno battagliato duramente,

poi Ortelli ha alzato bandiera bianca. Alle 11.05, con il sorpasso

dell’olandese del Marc VDS sul francese della WRT, si è deciso

chi avrebbe vinto la corsa. L’Audi infatti, o almeno Ortelli, non

aveva il passo della BMW. Ha rimediato da Catsburg almeno 2

secondi al giro, un po’ troppi. Certamente Ortelli ha perso lo

smalto dei tempi migliori, Nico Muller salito dopo di lui era in-

fatti più veloce, ma forse bisogna anche dire che il BOP certi-

ficato per le nuove R8 LMS non le ha aiutate.

La disperazione dei

team Rowe e Roal

Quando sembrava che l’ordine di arrivo fosse delineato, con

la BMW Marc VDS al primo posto, l’Audi WRT al secondo e la

Mercedes Rowe al terzo, proprio la SLS della squadra tedesca

si è fermata alle 15.42, a 50’ dall’arrivo, per la rottura del mo-

tore. Disperazione totale per Bastian-Dusseldorp-Juncadella e

tutta la squadra che aveva svolto un eccezionale lavoro. Poco

prima, alle 15.26, anche il motore della BMW Z4 della Roal

aveva ceduto mentre al volante vi era Timo Glock che occu-

pava la decima posizione. Quella della squadra italiana è stata

un’avventura vera e propria con l’impiego di due piloti normo-

dotati, Glock e Spengler, e il grande Zanardi che ha 48 anni ha

disputato la prima 24 ore della sua carriera. Per lui era stata in-

ventata una apposita pedaliera fissa che non andava a distur-

bare quella tradizionale per i due piloti BMW del DTM. Diversi

i volanti, uno speciale approntato per Zanardi, che veniva rapi-

damente sostituito con quello di Bruno e Timo. I tre hanno

viaggiato sempre al confine con la Top 10 rallentati subito dal

semaforo rosso in una situazione di pit-stop e poi da un mozzo.